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mercoledì, Dic 04

Da Qualcomm lo scanner sotto lo schermo che legge due impronte


La tecnologia 3D Sonic Fingerprint aumenta sicurezza e precisione oltre che l’area di rilevamento

Qualcomm 3D Sonic Fingerprint
(Foto: Qualcomm)

Qualcomm ha presentato la tecnologia 3D Sonic Fingerprint nel corso dello Snapdragon Summit promettendolo come in arrivo nel 2020. Numerose le innovazioni apportate da questa soluzione visto che aumenterà in modo consistente l’area di scansione del disegno univoco sul polpastrello, incrementerà precisione e sicurezza e al contempo consentirà anche di rilevare due impronte digitali contemporaneamente.

Più ancora che il performante chip Snapdragon 865 che sarà a bordo del futuro top di gamma Xiaomi Mi Mix 10 5g con fotocamera da 108 megapixel, è proprio questa la novità più interessante ufficializzata nel corso dell’annuale appuntamento presso le Hawaii, perché va a migliorare una tecnologia ormai implementata su buona parte degli smartphone moderni.

I vantaggi introdotti dallo scanner sotto lo schermo sono stati finora evidenti visto che hanno eliminato la necessità di moduli ingombranti piazzati su uno dei bordi o sul retro del dispositivo. L’impronta, che fa da password biometrica, viene osservata in modo ottico nella maggioranza degli smartphone (90%) oppure attraverso onde ultrasoniche come per la passata generazione di Qualcomm.

Una soluzione che aumentava velocità e sicurezza, ma che non è stata esente da problemi come dimostrato dalla problematica emersa sui Samsung Galaxy S10 e Note 10. Con la nuova generazione si sfrutterà un componente hardware dedicato che riconoscerà i materiali interposti per evitare errori grossolani. Il sensore può essere paragonato a un pannello lcd, con una pellicola di transistor spessa soltanto 0,15 mm.

Il nuovo sistema 3D Sonic Fingerprint aumenterà l’area in cui l’impronta può essere rilevata aumenta di ben 17 volte (fino a 600 mm quadrati) permettendo uno sblocco del dispositivo più preciso eliminando i vari tentativi a vuoto che, prima o dopo, capitano con tutti gli smartphone moderni. La zona sensibile passa da 4 x 9 mm a ben 20 x 30 mm con un’accuratezza promessa che è paragonabile a quella di FaceId di Apple (che osserva il volto in modo tridimensionale) con un errore ogni milione di scansioni. A proposito di Apple, non a caso, secondo MacRumors, già si parla di lettore di impronte sottoschermo per gli iPhone del 2020.

Sarà inoltre più semplice e immediata la registrazione iniziale dell’impronta con un singolo tocco invece che con le attuali noiose e lunghe procedure che richiedono di poggiare ogni singolo lato del dito per permettere di salvare l’intera superficie sul dispositivo.

Ultima, ma non per importanza, la possibilità di rilevare due impronte in contemporanea per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza per l’accesso al dispositivo. E chissà se potrà essere anche sfruttata in altri modi al di fuori dello sblocco, per più potenzialità a livello di applicazioni e utilità.

 

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