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Dall’AI Act in giù, su tutte le leggi sul digitale l’Europa si piega al volere degli Stati Uniti.

by | Nov 17, 2025 | Tecnologia


Tutto, o quasi, in pausa. E se ne riparla a data da destinarsi. AI Act, Digital Service Act e Digital Markets Act a rischio. La Commissione europea si prepara a chiudere l’anno praticamente con un nulla di fatto sui dossier più importanti sul fronte del digitale e addirittura starebbe per fare dietrofront su molte misure.

I riflettori in questo momento sono puntati in particolare sull’AI Act su cui una serie di aggiustamenti rischiano di minare l’intero impianto della strategia indebolendola e minandola nella sostanza. E anche per quel che riguarda Digital services Act e Digital markets act ci potrebbero essere dei ripensamenti importanti. Per non parlare del Digital networks act e dello Space act che prima ancora di vedere la luce sono già divenuti oggetto di “contenziosi”. Da quando è stato siglato, lo scorso agosto, l’accordo sui dazi fra Stati Uniti ed Europa si è assistito ad una progressiva escalation di pressioni da parte delle big tech che spalleggiate dal governo Trump puntano a ottenere un ammorbidimento su tutti i fronti.

I punti di pressione sull’Europa

Sull’AI act slittamento di un anno per le sanzioni

La legge sull’intelligenza artificiale è entrata in vigore ad agosto 2024 ma per la piena attuazione la deadline è stata comunque fissata ad agosto 2027 con un passaggio intermedio importante nel 2026. Ma secondo indiscrezioni del Financial Times le prime modifiche al “ribasso” dovrebbero essere presentate già il prossimo 19 novembre nell’ambito del pacchetto Digital Omnibus sulle semplificazioni nel digitale. Indiscrezioni già confermate considerato che il 7 novembre, in occasione del briefing quotidiano con la stampa, il portavoce della Commissione europea per la Sovranità digitale, Thomas Regnier, ha detto che “è in corso una riflessione”. “Nel settore dell’intelligenza artificiale stanno accadendo molte cose: gli standard sono in ritardo, ci sono preoccupazioni da parte dell’industria e degli Stati membri. In questo contesto, abbiamo in arrivo un “omnibus digitale”, e quello sarebbe il quadro appropriato per affrontare alcune di queste preoccupazioni. Ma nessuna decisione è stata ancora presa”, ha puntualizzato il portavoce nel tendere però una mano agli Stati Uniti, segno di una situazione che si sta facendo critica: “Siamo pronti ad ascoltare le loro preoccupazioni rispetto alla legislazione europea e all’impatto che può avere sulle loro attività in Europa e sulle nostre relazioni complessive”. E da quanto si apprende la modifica più importante riguarderebbe il rinvio di un anno, da agosto 2026 ad agosto 2027 dell’applicazione delle sanzioni per le violazioni delle nuove norme al fine di “concedere tempo sufficiente ai fornitori e agli utilizzatori di sistemi di AI per adeguarsi”.

Trema l’industria delle Tlc, sfilacciamento sul Digital networks act

Criticità sulla nuova legge sulle reti digitali, il Digital networks act: la strategia definitiva era stata promessa entro fine anno ma la Commissione Ue prende tempo e se ne riparla non prima di fine gennaio 2026, a patto che si arrivi a una quadra. Troppe le difformità di visione da parte degli Stati membri in particolare su due questioni: lo switch off delle reti in rame e il rafforzamento del Berec, l’autorità europea di regolazione.

Sul primo fronte la Germania in particolare avrebbe detto no alla deadline inizialmente proposta al 2030, considerata troppo ravvicinata. E riguardo al potenziamento del Berec sarebbero molte le authority nazionali che avrebbero storto il naso per il timore di perdere peso e potere nei rispettivi paesi anche se la motivazione ufficiale sarebbe quella della diversità di condizioni di mercato. Insomma, si allontana il progetto di mercato unico delle Tlc. Dal testo a cui si sta lavorando sarebbero sparite la revisione delle norme sulla net neutrality e sulla questione del “fair share” per riequilibrare le condizioni di mercato fra telco e big tech non è chiaro dove si voglia andare a parare: dai nuovi “obblighi” in capo agli over the top per contribuire agli investimenti nelle reti in fibra si sarebbe passati a “collaborazioni” fra le parti non meglio specificate e definite nei dettagli.

Lo Space act è da rivedere da capo a piedi

Riguardo allo Space Act gli Stati Uniti si sono già detti ufficialmente contrari definendo inaccettabile” la proposta dell’Europa poiché ostacolerebbe le aziende americane, restringendone il campo d’azione. Il Dipartimento di Stato Usa nel documento di 13 pagine in risposta alla consultazione pubblica avviata a luglio dalla Commissione europea ha elencato tutti i “capitoli” da rivedere se l’Europa non vorrà incorrere nel rischio di ritorsioni per effetto del mancato rispetto degli impegni assunti nell’accordo quadro tra del 21 agosto quello sui dazi. L’attuale bozza dell’Eu Space Act contraddice lo spirito dell’accordo”, ha scritto a chiare lettere il Dipartimento americano invitando l’Europa a “consentire una cooperazione più agevole con il Governo degli Stati Uniti e l’industria, anziché introdurre ulteriori barriere alla cooperazione”.

Dsa e Dma, le lettere dell’Europa che restano nel cassetto

La Commissione europea continua a inviare lettere ai colossi del digitale richiamandoli al rispetto del Digital Services Act e del Digital Markets Act ma a suon di ricorsi da parte degli interessati i tempi si allungano a dismisura anche per quel che riguarda l’applicazione delle sanzioni. Per stare alle notizie di cronaca riguardo alle violazioni del Regolamento europeo sui mercati digitali (Dma) da parte di Meta e Apple, appena il 10 novembre un portavoce dell’esecutivo europeo durante la conferenza stampa a Bruxelles ha dichiarato che “i casi possono ancora essere risolti. Stiamo dialogando con entrambe le aziende. Tutte le opzioni restano aperte”, ma a quanto si apprende le due aziende non avrebbero ancora presentato misure concrete e risolutive.

Apple e Google hanno nelle scorse settimane hanno criticato aspramente il Dma a dimostrazione di quanto si stia facendo critico il “dialogo” con l’Europa. E riguardo al Dsa la Federal Trade Commission, ossia l’Antitrust Usa lo scorso agosto ha invitato i colossi del digitale a non conformarsi alle regole Ue se queste sono in contrasto con le leggi americane in particolare nel caso sia messa a rischio la libertà di espressione e soprattutto la sicurezza dei cittadini degli Stati Uniti.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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