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giovedì, Set 12

Dallo zaino alle matite, consigli per un rientro a scuola ecosostenibile


Zaini e penne in plastica riciclata, borracce, lunch box in bambù e matite che diventano fiori: consigli per un rientro a scuola green ed ecosostenibile

(foto: Pixabay)

Matite che diventano fiori, penne che erano bottiglie di plastica, diari fatti di carta riciclata. A settembre scatta puntuale la corsa agli acquisti per il rientro a scuola. Con un po’ di attenzione, si può fare in modo che il back to school sia il più ecosostenibile possibile (per la gioia di Greta).

È bene andare a piedi a scuola (foto: Getty Images)

Tra i comportamenti green c’è, in primis, la scelta di andare a scuola a piedi, in bici o in monopattino, evitando di accompagnare i bambini in macchina. In tutta per esempio, si sta diffondendo il Piedibus: una sorta di carovana di studenti che raggiunge la scuola a piedi, in gruppo, sotto il controllo di un adulto.

Poi, in generale, il consiglio è quello di limitare i nuovi acquisti (preferendo il riciclo e il riuso), di evitare lo spreco usa-e-getta (sostituendo per esempio le bottiglie di plastica con le borracce) e, parlando di carta, scegliere quella certificata da foreste controllate (Fsc e Pefc o Ecolabel) o riciclata.

Sono disponibili zaini fatti con plastica riciclata (foto: Facebook Ergobag)

Nelle lista per il rientro a scuola non possono mancare, ovvio, zaini e cartelle. Spesso sono fatti di materiali poco green perché devono essere impermeabili. Il consiglio è quindi di puntare su quelli ottenuti riciclando la plastica. Ergobag, per esempio, propone zainetti ergonomici (ma anche astucci e altri accessori) fatti con tessuti ricavati da bottiglie di plastica Pet riciclate. Dalla plastica riciclata arrivano anche gli zaini coloratissimi di Engel, mentre Mans punta sulla juta (biodegradabile e riciclabile) per gli astucci.

Sistemata la faccenda zaino, tocca naturalmente a diari e agende. ScuolaZoo ha lanciato l’edizione Save my planet: per ogni diario (fatto al 70% di carta riciclata) comprato, viene donato un euro a Treedom, organizzazione che si occupa della ricostituzione delle foreste. La linea di agende Equology di Quo Vadis, invece, è fatta con carta riciclata e con inchiostri vegetali.

Le matite Sprout contengono semi e possono essere piantate (foto: Facebook Grin Eco Gadget)

E per scrivere? Un’idea divertente è la matita Sprout: fatta di legno di betulla, all’estremità ha una capsula biodegradabile piena di semini. Quando diventa troppo corta, basta piantarla in un vaso, annaffiare e aspettare che crescano i primi germogli. O ancora, la matita Perpetua: ideata in è prodotta all’80% con gli scarti industriali di polvere di grafite.

Le penne Begreen sono fatte di plastica riciclata (foto: www.pilotpen.eu)

Per limitare le classiche penne usa-e-getta a favore di una scelta più green, in cartoleria si trovano le versioni in bambù o in amido di mais biodegradabile. Le penne della linea B2P di Begreen sono fatte all’89 per cento con plastica riciclata (da vecchie bottiglie) e hanno la cartuccia sostituibile. Le penne che si possono ricaricare sono infatti una buona scelta eco friendly, perché limitano la creazione di rifiuti. Non è certo alla portata di tutti (ed è adatta più agli universitari che ai bimbi) la penna Aero di Pininfarina, che permette di scrivere senza limiti (nel senso che non si esaurisce mai) grazie alla sua punta Ethergraph realizzata con una speciale lega metallica. In pratica, non si butta mai via.

Agli studenti dotati di talento artistico può venire utile il blocco da disegno di Fabriano: la carta è prodotta con il cento per cento di cellulosa riciclata. Per chi invece è alle prese con la matematica, esiste una calcolatrice (si chiama H2O) fatta con plastica biodegradabile e che funziona grazie una batteria ad acqua: ogni tre-sei mesi, spiega il sito, basta riempire la cellula d’acqua per ricominciare a fare i conti. Eco friendly anche righelli e squadre fatti di cartone (meglio se riciclato), acciaio o legno invece che di plastica.

Via libera ai lunch box, come quelli in bambù di Sigikid (foto: www.cittadelsole.it)

E quando suona la campanella dell’intervallo o del pranzo? È bene abituare i bambini a portare con sé il cibo in contenitori riutilizzabili, anziché riempirli di snack confezionati in involucri di plastica che diventano subito rifiuti. E quindi via libera ai lunch box per la schiscetta o la merenda (magari fatti in fibra di bambù, come quelli di Sigikid o di Ekobo).

Per bere, si spazia dalle mug in bambù con coperchio in silicone di Quy alle borracce di ogni colore e dimensione, meglio se in acciaio. Ci sono quelle del Wwf, quelle personalizzabili di Petit Fernand, quelle pieghevoli di Vapur, quelle di Tree Tribe che sostengono la riforestazione… Tra l’altro a Milano il Comune ha distribuito nelle scuole quest’anno 100mila borracce in acciaio, in un’ottica plastic free, come ha spiegato il sindaco Beppe Sala.

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