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giovedì, Mar 16

Dance Your PhD 2023: la vincitrice e la coreografia geniale sulla chimica



Da Wired.it :

I minuscoli Mof, soprannominati da Marshall “nano-Mofs”, sono stati rappresentati dalla sfera di Hoberman, una cupola geodetica che può rimpicciolirsi da diverse lunghezze di diametro in una piccola pallina, mentre la chimica e i suoi amici si muovono avanti e indietro in modo coordinato per raffigurare gli scambi di elettroni tra gli ioni metallici. Il tutto sulle note di una canzone scritta proprio da lei. “Ho guardato molti video, ma questo è uno che mi ha davvero colpito, perché è stato chiaramente realizzato da scienziati molto appassionati del loro lavoro”, ha affermato Katrien Kolenberg, astrofisica dell’Università di Anversa e parte della giuria del contest. 

Gli altri vincitori

Oltre al primo premio, Dance Your PhD, che ha visto quest’anno 28 proposte provenienti da 12 Paesi, comprende altre quattro categorie, ossia biologia, chimica, fisica e scienze sociali, ciascuna con il proprio vincitore. Ad esempio, il video presentato dal vincitore della categoria di biologia, Israel Sampaio Filho del National Institute of Amazonian Research, si svolge all’interno della foresta pluviale amazzonica a Manaus (Brasile), dove un gruppo di persone balla per spiegare come un ormone prodotto dagli alberi riesca a proteggere le piante da condizioni avverse come la siccità e il riscaldamento globale.

Per la categoria di fisica ha vinto Evgenii Glushkov, Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Losanna, con il suo video “Exploring optically active defects in wide-bandgap materials using fluorescence microscopy”, mentre per le scienze sociali il vincitore è Huy Vu, della Stony Brook University, con “Artificial Intelligence with Personality”.

Per il vincitore assoluto del contest, Checkers Marshall, che ha scritto la tesi mentre girava il video, ballare con l’obiettivo di comunicare la sua scienza è stata davvero una sfida. “Realizzare il video e scrivere la mia tesi ha richiesto all’incirca la stessa quantità di lavoro”, commenta Marshall, aggiungendo, tuttavia, che ne è valsa la pena. “Queste iniziative aiutano davvero gli aspiranti scienziati a vedere quest’altro lato della scienza, in cui siamo anche persone normali, divertenti e creative”.



[Fonte Wired.it]