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Dating, com’è cambiato il vocabolario dell’amore della Gen Z

da | Giu 18, 2025 | Tecnologia


Chi è nato prima del 2004 si ricorderà di un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo oggi: un universo in cui il politicamente corretto esisteva fino a un certo punto, l’olio di palma non era ancora il nemico pubblico numero uno e le (poche) definizioni che davamo all’avariata umanità erano semplici, pulite e precise come un necrologio.

Se tuo figlio aveva la voglia di studiare di un paio di mutande della “Roberta”, era un fannullone. Se tuo marito ti tradiva, era un pirla che ti faceva le corna. Se ti imbattevi in una persona sgradevole, era semplicemente una persona di cacca. Mia nonna, classe 1938, li chiamava tutti e tutte con un solo, onesto nome: idioti.

Ma il mondo cambia, e il linguaggio pure. E oggi diamo una definizione a qualunque sconcezza emotiva. La generazione Z ha anche creato un vocabolario della supercazzola sentimentale che manco Monicelli in Amici miei avrebbe potuto sognare. Un delirio tra inglesismi da mal di reni e invenzioni psico-relazionali di qualcuno che probabilmente ha perso al fantacalcio e ha deciso di distruggere l’umanità.

Nel piatto c’è di tutto. Anzi, troppo.
Ma se, come me, non vi siete ancora arresi a questa giungla postmoderna, eccovi una guida (quasi) aggiornata per sopravvivere nel mondo del dating – che è la stessa cosa di “appuntamenti”, ma suona meno disperato e più psicotico.

I neologismi romantici della generazione Z

  • Situationship
    Quando siete al sesto appuntamento, ipoteticamente non vedete altre persone e la foto del caffè la mandate solo a un numero preciso in rubrica. Una volta lo chiamavamo “sto conoscendo una persona”. Ora fa più scena dirlo come se steste parlando a bocca piena.
  • Frequentazione
    Termine italiano d’epoca aurea. Significa che vi state vedendo con regolarità, ma senza ancora un’etichetta ufficiale. Lecito dirlo da appuntamento n.10 in poi. Prima? Si scappa.
  • Outsourcing
    Gli amici gestiscono il tuo profilo di dating. Tipo piccoli Cyrano frustrati che sperano di accasarti per fare uscite a quattro il mercoledì, quando il sushi all you can eat è vuoto e la fame è tanta.
  • Untyping
    Dire addio al “tipo ideale” per aprirsi a nuove possibilità. Molto maturo ma forse non per tutti. Io, ad esempio, vivo con il mito del Vichingo danese. E no, non lo abbandonerò. Neanche sotto minaccia.
  • Ghosting
    Il più infame. Sparire nel nulla senza spiegazioni. Antico, odioso, purtroppo ancora attualissimo. Si può spiegare? A volte sì per carità. Ma resta da s*****i.
  • Caspering
    Versione educata del ghosting. Ti saluta prima di svanire. Una carezza prima della coltellata. È quasi peggio. Ma almeno, è formalmente educato.
  • Breadcrumbing
    Lancia briciole: like, messaggi occasionali, emoji a forma di cuore, solo per tenerti lì. Mia nonna avrebbe usato uno zoccolo. E io con lei.
  • Orbiting
    Non ti parla più, l’ha deciso lui (o lei) ma guarda tutte le tue stories. Non ti cerca, ma ti osserva. Di continuo. Sottile forma di stalking? Dipende dal contesto. Di certo, inquietante.
  • Benching
    Ti tengono in panchina. Non ti frequentano, ma non ti mollano. Sei la ruota di scorta, il piano B, il “vediamo come va con gli altri”. Romantico come una mattina alle poste.
  • Zombieing
    Sparito da settimane, mesi, anni… e poi riappare come nulla fosse con un “ehi, come va?“. Vuole risorgere, ma a te viene voglia di esorcismo o di convertirti al satanismo.
  • Haunting
    Come lo zombieing, ma più inquietante. Lasciano tracce digitali senza mai esporsi: un like, una visualizzazione, un commento vago tipo “questa canzone mi fa pensare a noi”. “Noi chi?”, direbbe Tommaso, il mio psicologo.
  • Submarining
    Affonda senza preavviso e poi riemerge quando meno te l’aspetti. Il sottomarino delle emozioni represse. Come il Caccia a Ottobre Rosso, ma senza Sean Connery. Si lo so, è identico allo zombieng.
  • Stashing/Pocketing
    Ti tengono segret* come un codice fiscale. Nessuno sa della tua esistenza. Nessun tag, nessuna presentazione. Sei il segreto di Stato. Per il partner ufficiale probabilmente.
  • Kittenfishing
    Versione soft del catfishing. Ti mostrano una versione più attraente di loro stessi: filtri, foto vecchie, “sono alto 1,85” e poi arriva un 1,70 con cappellino. Triste, ma comune.
  • Catfishing
    Qui si va oltre: identità falsa, profili rubati, storie inventate. Truffa sentimentale pro. Occhio, perché a volte dietro c’è pure un business.
  • Love-bombing
    Ti sommergono di attenzioni, regali, dichiarazioni, e poi spariscono. L’amore come un attacco chimico premeditato: prima vi stordisce, poi vi lascia a terra a chiedervi che è successo. Nulla, non è successo nulla. State sereni.
  • Fizzling
    Relazione che si spegne da sola. Nessun litigio, nessun addio. Solo silenzio. Una macchia d’olio di nulla. Solo in un periodo come questo, dove non diamo valore a nulla e comunicare con gli altri è più facile che respirare, poteva saltar fuori sta robaccia. Che mestizia.
  • Revenanting
    Ritorna dopo averti ghostato, con scuse non richieste e velleitarie o sensi di colpa inventati. Il problema? Tu nel frattempo stavi cominciando a respirare senza le sue scemenze. Fatti un piacere e ricordatelo.
  • Cuffing season
    Inverno = freddo = bisogno di coppia fissa da divano e Netflix. Poi a marzo ti mollano con la primavera. Cercate di non rinascere cervi a settembre eh.
  • Wokefishing
    Ci mancava anche questo. Odioso. Finge valori progressisti per conquistarti. Si spaccia per femminista, attivista, sensibile. Poi lo trovi su forum incel a commentare Elodie. Esiste anche la sua versione 2.0: il finto queer, ma ne parliamo un’altra volta.
  • Throning
    Esce con voi per elevare il suo status sociale. Complimenti siete il trofeo del giorno. O la trofia, fate voi.
  • Simp
    Persona che si umilia pur di ricevere attenzione, di solito non richiesta. Variante moderna del classico zerbino. E secondo me potevamo pure continuare a chiamarlo come un complemento d’arredo.
  • Thirsty
    Bisognosi di attenzioni, like, sexting, tutto. Una persona assetata, ma non d’acqua, di tempo e sguardi. Ci siamo passati un po’ tutti dai.
  • Shadow phasing
    Ti mostra online, ma solo a metà. Ti tagga ma poi rimuove. Ti accenna ma non ti dichiara. Fantasma part-time. Una porta aperta con almeno altre cinque porticine sul retro socchiuse.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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