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Dazi, Trump sfida l’Europa e minaccia tariffe al 50% dal primo giugno

da | Mag 23, 2025 | Tecnologia


Una velocità nelle trattative che invece gli americani hanno potuto ottenere con Londra. L’8 maggio, infatti, il Regno Unito ha firmato un accordo commerciale bilaterale con Washington. L’intesa britannica, secondo Npr, garantisce il mantenimento del dazio base al 10% ed evita le tariffe più pesanti su auto, acciaio e alluminio. Londra ha ottenuto anche esenzioni per il settore finanziario e farmaceutico, cruciali per l’economia britannica post-Brexit. Il successo negoziale del Regno Unito, che ha potuto muoversi con maggiore agilità rispetto alla complessa macchina decisionale europea, ha creato un precedente che ha complicato la posizione di Bruxelles, costretta a bilanciare gli interessi divergenti di economie molto diverse tra loro. Il contrasto tra il successo di Londra e lo stallo di Bruxelles ha evidentemente esasperato l’amministrazione americana.

Le possibili ritorsioni e l’impatto sui mercati

Di fronte all’ultimatum lanciato da Washington, Bruxelles mantiene per ora un atteggiamento prudente. Olof Gill, portavoce della Commissione europea, ha fatto sapere che l’esecutivo comunitario attende l’esito di una telefonata prevista nel pomeriggio tra il commissario al commercio Maroš Šefčovič e il rappresentante americano Jamieson Greer.

Ma dietro la prudenza diplomatica, l’Unione europea si sta già attrezzando per un eventuale scontro commerciale. Già l’8 maggio, Bruxelles ha avviato una consultazione pubblica su possibili misure di ritorsione, che si concluderà il 10 giugno. Il piano, nelle sue ipotesi più ampie, potrebbe riguardare fino a 108 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti e prendere di mira settori strategici come aerospazio, automotive, dispositivi medici e macchinari industriali. Particolarmente esposto è il comparto tecnologico: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva ricordato settimane fa che l’Europa “dispone di molte leve, dal commercio alla tecnologia”. Tra le opzioni al vaglio, figura l’utilizzo del Digital markets act per mettere sotto pressione i grandi gruppi tech americani, oppure l’introduzione di nuove imposte digitali. Nel mirino anche il settore degli alcolici: dazi punitivi potrebbero colpire circa 1,3 miliardi di dollari di vino, birra e superalcolici statunitensi.

Quello che è certo, tuttavia, è che l’impatto economico delle nuove tariffe minacciate da Trump sarebbe devastante per entrambe le economie. Secondo le stime del Bruegel Institute, “sulla base dei volumi commerciali del 2023, la piena attuazione dei dazi di Trump aumenterebbe l’aliquota tariffaria media sulle importazioni dall’Ue al 15,2%”, un livello mai visto negli ultimi decenni di relazioni commerciali transatlantiche.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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