Mohammed è un genio comico (era evidente fin dalla prima stagione di Ted Lasso), ma Bloom dimostra un talento inedito per la commedia e un’impensabile disposizione al prendersi in giro. Arrabbiatissimo perché vogliono fargli interpretate solo elfi (!) e cavalieri, Marlon è una versione esagerata e ridicola del suo interprete. A ognuno dei tre protagonisti è stata regalata una scena memorabile: per il primo è la sequenza del test della droga, per il secondo il confronto con i bodyguard, per la Howard l’incontro con le amiche fighette del party di nubilato. Anche i comprimari sono accattivanti – Paddy Considine nei panni del criminale affettuoso Fly, Ian McShane in quelle dello spietato boss Mercalfe e Sonoya Mizuno in quelli della tosta “risolutrice” Shosh con un debole per i piccoletti nerd. Avevamo già vista quest’ultima in Maniac e House of the Dragon, ma nei panni della versione contemporanea della Switch di Matrix è semplicemente la donna più cool d’Inghilterra. Solo Sean Bean sarebbe perfettamente dimenticabile se non fosse per la sua autoironia nel prestarsi all’inevitabile.
Bryce Dallas Howard as KAT, Orlando Bloom as MARLON, Nick Mohammed as HUGH, Paddy Considine as FLY, Sonoya Mizuno as SHOSH, Sam C. Wilson as SAL, Billy Clements as SID in DEEP COVER. Credit: Lara Cornell / © 2025 COPERTURA PRODUCTIONS LTD. ALL RIGHTS RESERVED.Lara Cornell
Il duo comico inglese formato da Ben Ashenden e Alexander Owen, che ha scritto la sceneggiatura assieme a Colin Trevorrow di Jurassic World, riesce egregiamente a bilanciare la commedia con l’azione ma il film, tutto sommato, non offre niente di nuovo o di fatto particolarmente bene, non rinnova il genere ed è tendenzialmente derivativo di centinaia di altre pellicole appartenenti al filone tipicamente americano delle commedie poliziesche. A renderne più intrigante e piacevole il susseguirsi di sequenze surreali e caotiche è il tocco britannico: come la parte sui gangster fa un po’ film Lock & Stock – Pazzi scatenati di Guy Ritchie, quella sui poliziotti ricorda per certi versi Hot Fuzz. Quell’essenza squisitamente british e l’ottimo ed eterogeneo trio di protagonisti salva Deep Cover – Attori sotto copertura dall’essere l’ennesimo film tv irrilevante e fiacco. Ci scusiamo con gli autori per averlo etichettato, all’inizio, come “hollywoodiano”.