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giovedì, Set 09

Depenalizzazione della cannabis, cosa dice il testo base approvato dalla commissione Giustizia



Da Wired.it :

Verrebbe concessa la coltivazione di un massimo di 4 piante per uso personale e inasprite le pene per il traffico, la detenzione e lo spaccio di grandi quantità. Una misura a tutela dei consumatori e contro le narcomafie.

Cannabis
(foto: Bloomberg Creative Photos/Getty Images).

Il processo verso la depenalizzazione della cannabis ha compiuto un grande passo avanti. La commissione Giustizia della Camera ha infatti approvato il testo base della nuova legislazione, che propone di consentirne la coltivazione per uso personale, inasprendo allo stesso tempo le pene per il traffico, la detenzione e lo spaccio di grandi quantità. L’iter per la sua approvazione è però ancora lungo e prima di poter essere portata in aula dovrà attraversare il voto sugli emendamenti che verranno proposti e votati in commissione.

Il testo adottato in commissione mira a modificare il Testo unico sugli stupefacenti, in vigore dal 1990, autorizzando la coltivazione domestica per l’uso personale, riducendo le pene per i reati di lieve entità e aumentandole per i reati gravi connessi alla cannabis. Dopo un anno di dibattito, i gruppi parlamentari sono riusciti a raggiungere quella che è stata definita una “sintesi ragionevole” dal presidente della commissione e relatore del testo Mario Pierantoni, in quota M5s.

A favore si sono espressi il Partito democratico, il Movimento 5 stelle, Liberi e uguali e i Radicali, Italia Viva si è astenuta. Hanno invece confermato la loro opposizione tutti i partiti di destra, per i quali la nuova legislazione sulla cannabis non sarebbe una priorità per l’Italia. A sostegno di una nuova legislazione si era invece espresso a gennaio il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, secondo cui “legalizzare le droghe leggere toglierebbe lo spazio alle mafie” aveva detto sulle pagine del L’Espresso, aggiungendo poi che le norme italiane in materia “sono vetuste”.

Cosa dice la proposta di legge

All’articolo 1 si concede “a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto”.

All’articolo 2 vengono aumentate le pene relative al traffico, alla detenzione e allo spaccio di grandi quantità di cannabis, prevedendo la “reclusione da 8 a 20 anni” e una multa “da 30 mila a 300 mila euro”, mentre le pene attuali prevedono la reclusione da 3 a 12 anni e multe da 20 mila a 250 mila euro.

Con l’articolo 3 vengono invece ridotte le pene per i reati che riguardano il possesso o la cessione di quantità definite di “lieve entità”, che comporterebbero la reclusione fino a un anno per i reati connessi alla cannabis e a 2 per quelli connessi ad altre sostanze. Inoltre, vengono introdotti i “lavori di pubblica utilità” come misure alternative alla detenzione, per un massimo di due volte dopo le quali scatterebbe comunque l’arresto.

La depenalizzazione della cannabis nel mondo

Il 2020 è stato un anno storico per la cannabis, dopo che la Commissione per gli stupefacenti delle Nazioni unite l’ha rimossa dalla lista delle sostanze più pericolose per gli esseri umani, a seguito di oltre 70 anni di demonizzazione e criminalizzazione. Sono inoltre già diversi i paesi del mondo che hanno depenalizzato, legalizzato o liberalizzato l’uso di questa pianta, di cui molti in Unione europea. Queste misure, oltre a essere fondamentali per sottrarre miliardi di euro al mercato illegale della criminalità organizzata, sono anche importantissime per  incentivare le strategie di harm reduction suggerite dall’Onu. Con questa espressione si fa riferimento a politiche pubbliche volte a ridurre gli effetti negativi che ricadono sui consumatori di sostanze, sul piano dell’offerta sanitaria, dell’inclusione sociale e legale, alternative alle rigide politiche di criminalizzazione.





[Fonte Wired.it]