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martedì, Apr 27

Diablo Immortal, l’Alfa tecnica svela subito che gioco sarà



da Hardware Upgrade :


Non è possibile dire ora se Diablo Immortal, la versione per dispositivi mobile di Diablo, sarà un successo. Non è ancora stata definita una data di lancio, anche se è ipotizzabile che il gioco verrà lanciato entro la fine del 2021, ma nel fine settimana è partita un’Alfa tecnica che permette di avere delle prime sensazioni. Sensazioni che anche noi di Hardware Upgrade abbiamo provato, essendo stati selezionati per accedere all’Alfa. Un gioco come Diablo Immortal ha bisogno di molte ore di gioco per poter esprimere qualsiasi tipo di giudizio, quindi adesso possiamo solo condividere le prime impressioni che nascono dopo alcune ore di gioco. Anticipo che già molto si può comunque dire su cos’è, o meglio cosa sarà, Diablo Immortal.




Facciamo un passo indietro. Il 2020 è stato l’anno di lancio delle nuove console: Xbox Series X e PS5. Macchine molto potenti, di fatto dei PC Gaming “congelati” alle specifiche tecniche del 2020, che promettono di offrire esperienze di gioco sempre più realistiche e, speriamo, anche innovative. Per adesso la killer application delle new gen non si è ancora vista, ma il potenziale è enorme. Come enorme è il mercato dei videogiochi, sempre più sfaccettato e articolato. Giochiamo su console, su PC, nella finestra di un browser con servizi come Google Stadia. Ma giochiamo sempre di più su mobile, con un’esperienza di gioco che non ha nulla da invidiare a console e PC. Già da un paio di generazioni di console è evidente che non sono le caratteristiche tecniche a determinare il successo di una piattaforma. Negli ultimissimi anni però c’è stata un’ulteriore evoluzione, perché se nella generazione di PS4 la console Sony ha vinto grazie ai titoli in esclusiva e a una maggiore capacità di interpretare le richieste dei giocatori, oggi il titolo non è più sufficiente.



Diablo Immortal: un gioco mobile per hard core gamer


Oggi vince l’esperienza che il gioco fa vivere e sempre più utenti, di qualsiasi età, trovano nei giochi mobile la formula ideale per giocare. E non stiamo parlando di casual gamer o di “giochini”, ma di veri e propri hard core gamer, che giocano “seriamente” su mobile così come molti fanno su console o PC. Molti titoli per mobile, per quanto questo possa creare resistenza in molte fasce di giocatori, non sono più giochi di serie B. Non è un caso che quando Blizzard cominciò a parlare di Diablo Immortal, di Diablo su mobile, una buona parte della community di Diablo abbia avuto una reazione molto forte, e molto negativa. È in questo contesto che va analizzato il nuovo titolo della saga di Diablo, perché nel mercato attuale Diablo Immortal non va visto come un giochino per i ritagli di tempo. L’impegno che sarà necessario per giocare “seriamente” a Diablo Immortal sarà lo stesso degli altri titoli della saga per PC o console.



Un’altra conseguenza di questa evoluzione dei giochi mobile è che il mercato si è molto evoluto e, soprattutto per alcuni generi, esistono molti titoli di riferimento, con cui necessariamente Diablo Immortal dovrà confrontarsi e che diventano dei “benchmark” per il nuovo titolo di Blizzard. Diventa quindi impossibile non fare un confronto da un lato con Diablo III e dall’altro con altri titoli MMORPG mobile.


Questa lunga introduzione alle prime ore di gioco di Diablo Immortal si conclude ribadendo che il giudizio finale sull’Alfa tecnica lo daremo dopo averci giocato “seriamente” per qualche settimana, cercando di dare anche una valutazione sull’endgame. Oggi siamo però già in grado di condividere che tipo di gioco è Diablo Immortal e come si rapporta ad altri titoli mobile del genere.



La competizione per Diablo Immortal sarà feroce


Diablo Immortal è un Massive Multiplayer Online (Action) Role Playing Game, in maniera stringata MMORPG, nel quale intrepretiamo il ruolo di un guerriero che deve cercare di fermare le forze del male, con la storia del gioco mobile che si inserisce a tutti gli effetti nel Lore di Diablo. Da questo punto di vista il gioco riesce fin da subito, a partire dalla schermata di creazione del personaggio, a catapultarci nell’universo di Diablo. I font utilizzati, lo stile della grafica, di fatto anche i tipi di personaggio che possiamo scegliere creano immediatamente una fortissima sensazione di familiarità a chiunque abbia giocato a un titolo della saga, in particolare a chi ha giocato a Diablo III e magari continua a “farsi una season” ogni tanto.



Una volta scelto il personaggio, per i miei gusti sono quasi stato costretto a scegliere il Crusader, si comincia a fare i conti con l’interfaccia mobile di Diablo Immortal. Qui le similitudini sono molto più con gli “standard” degli MMO mobile che con Diablo III, naturalmente. Con il pollice sinistro si utilizza il joystick virtuale e con il destro si selezionano le abilità, mentre ai lati dello schermo abbiamo altri elementi indispensabili dell’interfaccia, come la mini mappa, l’elenco delle quest attive e i pulsanti per accedere all’inventario e alle altre opzioni del gioco. Rispetto ad altri titoli, l’interfaccia è molto pulita, sono presenti solo gli elementi essenziali e non si esagera con una marea di informazioni che spesso riempiono lo schermo di altri titoli mobile. Nei primissimi minuti di gioco si notano subito due dettagli importanti: le abilità utilizzabili sono solo 4, più la base che avrà una variante salendo di livello e NON è prevista la schivata. Molti MMO mobile permettono di attivare 8 abilità, divise in due pagine e con un pulsante per passare da una pagina all’altra, cosa che permette di costruire delle build articolate. Sarà interessante vedere più avanti come si potranno strutturare le build in Diablo Immortal selezionando 4 abilità sulle 13 disponibili.



L’assenza della schivata si fa subito sentire, perché nei combattimenti è necessario alternare movimenti per evitare gli attacchi principali dei mob e, soprattutto, dei boss agli attacchi diretti, combinando le abilità selezionate. Il bilanciamento, almeno nella parte iniziale del gioco, sembra aver già trovato un buon equilibrio, in quanto non è possibile attaccare a testa bassa senza valutare quali attacchi vadano evitati e quando usare le abilità. Un’altra funzione di cui si nota immediatamente l’assenza è l’attacco automatico, ma questo non è necessariamente un male e sembra essere una scelta “filosofica”. Nel settore c’è una forte polarizzazione fra chi è pro e chi è contro l’attacco automatico, con molti giochi in cui la maggior parte del tempo si lascia il telefono acceso (o far andare il gioco su emulatori come BlueStacks) 24 ore su 24 in AFK, in pratica con il personaggio che viene lasciato a “farmare” in automatico. In Diablo Immortal, nelle zone in cui si sono già conclusi i capitoli della storia, si può attivare la navigazione automatica per andare da un posto a un altro, ma tutti i combattimenti devono essere fatti in manuale. Finché si segue la storia non è un problema, vedremo più avanti quanto farming sarà necessario per l’endgame, perché se l’impegno di tempo sarà comparabile ad altri titoli dover fare tutto in manuale potrebbe diventare un problema, aprendo anche alla possibilità che si diffondano macro e cheat per farmare costantemente.



Diablo Immortal: un mondo aperto già ben equilibrato


Giocando i primi capitoli della storia ci si immerge subito in un mondo aperto, ben strutturato, dove si incontrano costantemente mob e mini boss che non è indispensabile attaccare, ma che rendono l’ambientazione molto varia e interattiva. Non c’è solo un aspetto estetico del mondo in cui ci muoviamo, incontriamo anche altri player e poter scegliere se andare direttamente alla missione successiva o passare 10 minuti ad attaccare nemici random crea una sensazione di immersività e coinvolgimento, anche in questo caso non fine a se stessa, perché ogni mob può droppare un pezzo che ci serve e contribuisce al codex. Il flusso generale del gioco è quindi ben strutturato e, per quanto seguire linearmente la storia principale sia indispensabile, ognuno può farlo col suo ritmo e scegliendosi il proprio percorso. Aggiungiamo che ogni tanto si trovano dei dungeon segreti e anche delle quest a sorpresa, e dobbiamo dire che, per essere ancora lontani dal lancio del gioco definitivo, sembra che Blizzard sia sulla strada giusta per creare una formula coinvolgente e ben equilibrata. La ciliegina sulla torta, in un genere che vede davvero molte alternative sul mercato, è poi il già citato lore di Diablo. Il primo personaggio che incontriamo è Deckard Caine, vecchia conoscenza di Diablo III, le premesse della storia sono legate alle Worldstone, pietre che incarnano l’essenza del male, anche queste ben conosciute dai fan della serie. Su questi presupposti Diablo Immortal può sicuramente costruire le basi per attrarre una community di giocatori numerosa, elemento indispensabile per garantire la longevità del gioco e per rendere accattivanti le varie modalità cooperative e competitive inserite nel gioco.



Le animazioni del personaggio di Diablo Immortal non ci hanno convinto


Se il lore e alcune scelte che si percepiscono già dalle prime ore di gioco sembrano essere ben auguranti, c’è un elemento di Diablo Immortal che ci ha lasciato perplessi e che probabilmente non potremo capire, fino al lancio del gioco definitivo, se avrà delle ripercussioni sul successo del titolo.


Il tema riguarda la grafica del gioco. Le ambientazioni sono bellissime e in perfetta sintonia con quelle di Diablo III, lo stile può piacere o meno, ma la qualità è davvero elevata. Siamo rimasti invece molto perplessi dall’animazione del personaggio, sia quando si muove, ma soprattutto quando combatte. Il personaggio, anche in funzione del fatto che non è possibile zoomare, appare piccolo sullo schermo e quando attacca o lancia un’abilità sembra muoversi a scatti, come se mancasse qualche frame delle animazioni. Non è chiaro in questa fase se la cosa sia dovuta al fatto che questa è solo un’alfa tecnica, ma la sensazione è che sia proprio un aspetto legato al motore grafico scelto per il gioco.


Come potete vedere nell’ultima parte del video allegato a questo articolo, abbiamo fatto un confronto con un titolo simile, A3 Still Alive di Netmarble, un titolo di nicchia che non ha avuto un particolare successo di pubblico, e la differenza è molto evidente. Rispetto a Diablo, in A3 Still Alive tutti i movimenti del personaggio sono molto più fluidi e le animazioni molto più articolate, nonché decisamente più spettacolari. Quanto incide questo aspetto prettamente grafico sulla giocabilità del titolo? La risposta è soggettiva e un gioco con una grafica eccezionale, se poi non abbina delle dinamiche longeve e ben equilibrate, rischia di non tenere il passo. In questo tipo di giochi la grafica è anche funzionale al gameplay e in questo stadio di sviluppo del gioco, su tanti aspetti decisamente molto avanti, la scattosità del personaggio è stato l’elemento più negativo che abbiamo notato.


Queste prime ore con Diablo Immortal sono complessivamente state un’esperienza molto positiva. Vi racconteremo nel dettaglio come funzionano le varie modalità di gioco in un articolo successivo, ma fare un rift su mobile, dopo averne fatti innumerevoli su PC con Diablo III, è un’esperienza decisamente appagante e che fa venire voglia di continuare a giocare per arrivare a scoprire l’endgame.


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