Seleziona una pagina
lunedì, Feb 06

Diesel e benzina, cosa succede con l’embargo europeo alla Russia



Da Wired.it :

Il 5 febbraio è entrato in vigore l’embargo europeo su diesel e benzina in arrivo dalla Russia. La nuova sanzione è finalizzata a colpire l’economia di Mosca, tagliandola fuori dal suo più importante mercato di esportazione, e ridurre le entrate che contribuiscono a finanziare l’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, in assenza di misure statali come il taglio alle accise sui carburanti, automobilisti e trasporti potrebbero trovarsi di fronte a una nuova impennata dei prezzi.

La situazione:

  1. Come funziona l’embargo?
  2. Cosa è consentito?
  3. Quali sono i rischi
Taglio alle accise di benzina e diesel

All’inizio del mese scatta l’embargo sul petrolio russo. E si temono effetti sui costi dei carburanti, già schizzati sopra i 2 euro stando ai dati del ministero dell’Ambiente

Come funziona l’embargo?

Il divieto impedisce alle navi battenti bandiera europea di trasportare prodotti petroliferi raffinati di origine russa. Allo stesso tempo, blocca tutte le operazioni, all’interno dell’Unione, di quelle società che forniscono assistenza tecnica o finanziaria, come le compagnie assicurative, alle navi cargo che trasportano prodotti russi.

Cosa è consentito?

Il divieto di importazione non si applica a quei prodotti acquistati a un prezzo pari o inferiore al tetto massimo sul prezzo concordato dall’Unione europea, che si trova a 100 dollari al barile per il diesel e a 45 dollari al barile per la benzina.

Quali sono i rischi?

Il gasolio è fondamentale per l’economia europea, in quanto alimenta non solo i camion che consegnano le merci, ma anche più del 40% delle automobili dell’Unione. Il timore generale è che questo divieto possa influenzare negativamente i mercati, riducendo gli approvvigionamenti e facendo alzare ulteriormente i prezzi. Tuttavia, se prima dell’invasione dell’Ucraina la Russia forniva circa la metà di tutto il gasolio consumato in Unione europea, circa 700 mila barili al giorno, nell’ultimo anno questa quantità è stata ridotta al 27%.

Inoltre, il lungo periodo di preparazione lasciato agli stati per ammortizzare gli urti dell’embargo, ha consentito sia di riempire le riserve nazionali, sia di diversificare le fonti di approvvigionamento. Secondo le dichiarazioni rilasciate ad Associated Press da Kadri Simson, commissaria europea per l’energia, i mercati hanno già avuto tutto il tempo di adattarsi e molti paesi hanno già incominciato a rifornirsi da altri paesi, come gli Stati Uniti, il Kuwait, l’Arabia Saudita e l’Oman.

Nonostante queste azioni preventive, è comunque probabile che i mercati subiranno un contraccolpo. Secondo il New York Times, non sono previste carenze di diesel o di benzina in Europa, ma i prezzi sul breve termine sono comunque destinati ad alzarsi. Per questo starà ai singoli paesi riuscire ad adottare le misure necessarie a contenere l’impennata, per evitare pesanti ricadute sulle tasche dei consumatori. Tra le strategie possibili si trovano la ricerca di nuovi esportatori, l’utilizzo degli extraprofitti delle imprese energetiche per contenere i costi e, nel caso italiano, il taglio delle accise sui carburanti.



[Fonte Wired.it]