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Diga gigante, costruirne una sullo stretto di Bering potrebbe salvare dal collasso improvviso le correnti atlantiche?

da | Set 9, 2025 | Tecnologia


Costruire una diga gigante sullo Stretto di Bering, che separa la Siberia e l’Alaska, per proteggere il sistema di correnti dell’oceano Atlantico che influenza il clima globale. È questa la nuova proposta di Jelle Soons e Henk Dijkstra, ricercatori all’Università di Utrecht, secondo cui l’obiettivo finale sarebbe quello di scongiurare una potenziale conseguenza del riscaldamento globale, ossia l’improvviso collasso dell’Amoc (Atlantic Meridional Overturning Circulation), la corrente oceanica responsabile del clima mite nell’Europa occidentale. La loro idea è stata pubblicata sul sito preprint arXiv.

Il progetto della diga gigante

La lotta al cambiamento climatico

Fino ad oggi, gli esperti hanno tentato di combattere il riscaldamento globale nei cieli provando a raffreddare il pianeta, per esempio con il blocco della luce solare attraverso l’aerosol o l’estrazione dell’anidride carbonica dall’aria e il suo stoccaggio nel sottosuolo. Ora, secondo la nuova proposta, la sfida si potrebbe intraprendere in mare, attraverso la costruzione di una diga gigante sullo Stretto di Bering. E costruirla, come spiegano gli ideatori, sarebbe più fattibile di quanto si possa immaginare: nel punto più stretto dello Stretto di Bering, Russia e Alaska sono più vicine di Filadelfia e New York, la profondità massima è di 59 metri e due piccole isole si trovano proprio nel mezzo. Per fare un confronto, una struttura simile, ossia la diga di Saemangeum in Corea del Sud, è lunga 33 chilometri e profonda fino a 54 metri.

La diga gigante

Come racconta uno articolo su Science dedicato alla nuova proposta, le evidenze paleoclimatiche suggeriscono che l’Amoc fosse più forte durante una passata era glaciale, quando l’acqua degli oceani era più bassa e un ponte di terra nello Stretto di Bering separava l’Oceano Artico dall’Oceano Pacifico. Da qui i due ricercatori hanno svolto un semplice esperimento di modellazione climatica, giungendo alla conclusione che ricreare artificialmente quel ponte di terra, ovvero una diga gigante, oggi potrebbe rafforzare l’Amoc e che, data la potenziale vulnerabilità di questa corrente, l’idea merita di essere presa in considerazione.

L’impatto su clima, ecosistemi e società

La comunità scientifica, tuttavia, non è concorde su quanto il riscaldamento globale rappresenti una reale minaccia per l’Amoc e alcuni esperti hanno già mostrato scetticismo nei confronti di questa proposta. “I riscontri e le conseguenze di tutto ciò sono enormi e profondamente sconosciuti”, ha commentato a Science Susan Lozier, oceanografa del Georgia Institute of Technology. Una diga gigante tra gli oceani, infatti, potrebbe influenzare altre correnti, oltre alla fauna selvatica e alla società. Bloccare, per esempio, i mammiferi marini e pesci che attraversano lo stretto stagionalmente avrebbe probabilmente un profondo impatto sugli ecosistemi e sulle comunità, oltre a ostacolare il crescente traffico navale nello stretto.

Condannarla o salvarla?

Una preoccupazione ancor più grande è che precedenti studi hanno suggerito che la chiusura dello Stretto di Bering potrebbe condannare l’Amoc, non salvarla. Dato che l’Amoc trasporta le acque dense e salate dai tropici al Nord Atlantico, dove si raffreddano e sprofondano negli abissi, lo stretto funge da valvola di sicurezza, aiutando la corrente a rimanere salata e a sopravvivere. Con lo stretto chiuso, invece, l’acqua dolce potrebbe accumularsi nell’Artico, fino a quando non tornerebbe nell’Atlantico, causando il collasso improvviso della corrente. “È un’idea interessante”, ha commentato a Science Aixue Hu, oceanografo del National Center for Atmospheric Researcha. “Ma in realtà, potrebbe causare il potenziale problema che stanno cercando di evitare”. Per ora, quindi, questi risultati vanno presi con le pinze. “Questo lavoro da solo non può convincerci a farlo”, ha concluso l’esperto.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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