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giovedì, Nov 26

Digitale, come hanno reagito le imprese alla tempesta Covid-19



Da Wired.it :

Il 2020 ha posto sfide anche per la filiera dell’ict, accelerando processi di migrazione verso il cloud, ma servono investimenti e sostegno alle imprese. I dati di Assintel

(Foto: Getty)

Strano destino quello delle imprese della galassia Ict: nel 2020 hanno dovuto reagire allo shock di sistema che la pandemia ha assestato all’economia. Ma, come attori abilitanti, hanno anche dovuto accompagnare altre piccole e medie imprese nell’accelerazione digitale necessaria per reagire. Per dirla con le parole di Paola Generali, presidente di Assintel, la domanda ha dovuto ripensarsi ma anche l’offerta ha dovuto farlo.

Tuttavia, come dimostrano i dati di Assintel Report Reloaded, guardando al 2021, il 58,4 per cento delle imprese associate è ottimista sulle previsioni di crescita del business; il 33 per cento crede che tutto sommato la situazione resterà invariata e solo l’8,6 per percento invece si percepisce pessimista. Il report è stato presentato in un evento interattivo e phigital, in diretta dal centro internazionale di cultura digitale Meet, di cui Wired era media partner.

Le previsione di fine anno vedono, secondo le survey condotte dall’associazione nazionale di Confcommercio, un 27 per cento di imprese che guarda a una crescita del fatturato, un 24,7 per cento stabile ma anche un 47,7 per cento che inevitabilmente registrerà una contrazione.

L’appuntamento di presentazione del report, concepito quest’anno come una piattaforma dinamica sempre in evoluzione, ha rappresentato l’occasione per una riflessione più complessiva sui bisogni del mondo delle imprese Ict e digitali, non paragonabili forse a quelli di altre aziende. Lo dimostrano anche i dati sull’apprezzamento sulle misure del governo, ritenute in linea di massima poco utili: il 29,6 per cento sostiene che non  hanno inciso per nulla perché lontane dai bisogni; il 16,5% riferisce di non aver avuto accesso; il 39,9 sì ma solo in maniera marginale.

È la dimostrazione, secondo l’analisi della presidente Generali, che le aziende hanno bisogno d’altro, in particolare sul fronte dell’abbattimento del costo del lavoro. Assintel con il programma Oltre, richiede alle istituzioni una decontribuzione totale per cinque anni sulle nuove assunzioni in ambito ricerca e sviluppo senza plafond e abbassamento del cuneo fiscale delle risorse già assunte. Ma non è il solo punto: si suggerisce anche di rivoluzionare l’approccio ai bandi, che devono già abilitare la creazione di un ecosistema di domanda e offerta, e di rendere automatico il finanziamento anticipato degli investimenti da parte dei soggetti bancari a coloro che si aggiudicano i fondi dei bandi.

Per riconcepirsi in una fase in cui sta cambiando anche la domanda, e dove le altre imprese chiedono al mondo ict di osare nell’offerta, le aziende del comparto secondo il report stanno investendo in ricerca e sviluppo, in efficientamento dei processi e dei finanziamenti, oltre che sullo smart working. Tuttavia, anche fare lobbyng e networking aiuterà le imprese digitali a capire meglio le richieste, a patto, secondo Generali, di non parlare solo “tra di noi” ma anche con tutti gli altri player esistenti.

Le opportunità là fuori non mancano, in quanto, come sottolineato da Fabio Rizzotto, Associate vicepresident and Head of local research and Consulting di Idc Italy, tutte le catene del valore stanno cambiando. Nuove opportunità si aprono in quanto nuovi ecosistemi digitali sono in costruzione, non solo nelle aziende, ma anche più in generale nelle città, nel mondo healthcare, nell’e-government, ecc.

Ecco quindi che gli investimenti, anche quelli previsti per il 2021, insistono su leve tech che includono cloud software, secure connectivity, workforce performance management, data security, ecc. Gli abilitatori dei nuovi ecosistemi, secondo Idc, saranno gli attori tradizionali dell’ecosistama Ict/Digital ma crescente sarà l’apporto di startup, community, fintech, digital agency, università, ecc. Entro il 2021, quindi, secondo le previsioni di Idc, l’80% delle imprese avrà messo in atto migrazioni It cloud-centriche a una velocità doppia rispetto ai ritmi pre-Covid ed entro il 2023 la trasformazione del lavoro e delle operation introdotte dal new normal influenzeranno l’80% degli investimenti edge. Processi che richiedono naturalmente anche una parità infrastrutturale importante.

(Paola Generali, presidente Assintel)

Il digitale come perno ma l’evento di Assintel ha dimostrato che molti settori, che pur utilizzano il digitale, hanno bisogno non solo di soluzioni ma anche di visioni per bilanciare vantaggi ed eventuali effetti collaterali: il riferimento va a filiere dove il fattore fisico conta ancora (ristorazione, alberghi, commercio) e più in generale alle conseguenze sul tessuto urbano di tutto lo spostamento di molteplici attività a vantaggio della dimensione online

Come sottolineato quindi dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, è importante che il capitale imprenditoriale sia integrato, potenziato, innervato dal digitale, ma “non certo schiacciato dentro una crisi che aggiunge al danno la beffa di essere superati dai giganti del web”.

La rivoluzione digitale quindi offre risposte ma anche domande, che chiamano in causa la politica a livello nazionale e regionale. All’evento phigital di Assintel hanno partecipato da remoto il governatore lombardo Attilio Fontana, il veneto Luca Zaia, il vicegovernatore siculo Gaetano Armao e l’assessore dello sviluppo economico emiliano Vincenzo Colla. Si è parlato quindi dell’importanza di strutturare reti,  di ricostruzione di un ceto medio abilitato dal digitale, di investimenti in saperi da rispendere nelle filiere della sostenibilità, di attivazione di voucher per chi non possiede device.

Anche la dinamica tra imprese, territori, istituzioni, oltre che un’accelerazione sulle competenze digitali, potranno fare la differenza: raccogliendo quindi gli spunti delle imprese, Assintel chiede, oltre all’abbattimento del costo del lavoro e di finanziare la riprogettazione del business, altri tre punti.

La creazione di tavoli permanenti a livello regionale e nazionale, per un confronto volto a creare un vero ecosistema della domanda e dell’offerta; la completa interoperabilità delle banche dati per semplificare la relazione fra imprese e pa; infine, incentivi ai percorsi Ste(a)m supportando, spiega Generali, i ragazzi che vogliono intraprenderli a livello accademico, anche detassando, ad esempio, il triennio iniziale e naturalmente allineando di più didattica e bisogni delle imprese.

 

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[Fonte Wired.it]