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Doge, Musk ha messo a punto un software per garantire che i licenziamenti proseguano. Anche senza di lui

da | Mag 8, 2025 | Tecnologia


Doge, Elon Musk sta per lasciare il suo incarico, ma ha sviluppato un software che farà il lavoro al posto suo. Il miliardario ha trascorso gli ultimi mesi al Dipartimento per l’efficienza del governo perfezionando un sistema informatico che automatizzerà i licenziamenti nell’amministrazione federale. Creato per accelerare il piano di Trump di ridurre drasticamente la burocrazia statale, questo programma analizza i dati dei dipendenti pubblici e seleziona chi deve essere allontanato senza necessità di intervento umano. Si tratta di una versione modernizzata e web-based di un vecchio algoritmo del Pentagono, ora potenziato per gestire rapidamente grandi quantità di informazioni sul personale. Secondo fonti interne citate dall’agenzia di stampa Reuters, l’Ufficio del personale federale (Opm) lo implementerà nelle prossime settimane, garantendo che la campagna di licenziamenti prosegua anche quando Musk sarà tornato a dedicarsi completamente a Tesla e alle sue altre aziende.

Doge, un sistema digitale per accelerare la “cura dimagrante” statale

Il vecchio programma, noto come AutoRIF (“Reduction in force”), è stato ribattezzato con il nome più neutro di “Workforce Reshaping Tool”: letteralmente “Strumento di rimodellamento della forza lavoro”. Un eufemismo che nasconde la sua reale funzione: identificare rapidamente i dipendenti da licenziare in base a criteri come anzianità, stato di veterano e valutazione delle prestazioni. Sviluppato sotto la direzione tecnica del Doge guidato da Musk, il sistema arriva in un momento cruciale per l’amministrazione Trump, impegnata in una drastica riduzione dell’apparato statale. Già circa 260mila dipendenti pubblici hanno accettato buonuscite, pensionamenti anticipati o sono stati licenziati da quando il presidente repubblicano è tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio.

Il Dipartimento degli affari dei veterani si prepara a eliminare circa 80mila posti di lavoro, mentre l’Internal revenue service (Irs, il fisco americano), secondo i rapporti dei media americani, intende ridurre il proprio personale del 40% nonostante un recente aumento dei finanziamenti. Il piano di ridimensionamento dell’amministrazione Trump, infatti, ha già portato allo smantellamento di intere agenzie, come l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) e il Consumer financial protection bureau, organismi considerati non essenziali o ideologicamente non allineati con la visione del presidente.

La trasformazione del software in una piattaforma web collaborativa rappresenta un sostanziale salto di qualità rispetto all’obsoleto sistema precedente. I tecnici dell’Opm, sotto la supervisione degli esperti inviati da Musk, hanno convertito un programma che poteva essere utilizzato solo da un operatore alla volta in uno strumento che permette a più analisti di lavorare simultaneamente sulla stessa operazione di licenziamento. Inoltre, il nuovo sistema elimina la necessità di inserire manualmente i dati dei dipendenti, consentendo invece il caricamento diretto di interi database per l’analisi automatizzata: un miglioramento che riduce drasticamente i tempi di esecuzione e minimizza gli errori umani.

L’impatto sui lavoratori federali e le preoccupazioni degli esperti

Nelle prossime settimane, mentre Musk farà un passaggio di consegne graduale per tornare a occuparsi delle sue aziende private, l’Opm condurrà dimostrazioni e sessioni di formazione con i dipartimenti governativi che utilizzeranno il software. “La modernizzazione di questo strumento permetterà alle agenzie di completare i licenziamenti di massa in una frazione del tempo richiesto in precedenza“, ha spiegato a Reuters una fonte interna all’Opm che ha chiesto di rimanere anonima. La fase di test utente si concentrerà principalmente sui dipartimenti che dovranno affrontare i tagli più consistenti, preparando il terreno per un’implementazione su larga scala che, secondo le previsioni, avverrà entro la fine dell’estate.

Le conseguenze di una tale automatizzazione del processo di licenziamento potrebbero essere particolarmente devastanti per alcune delle più grandi agenzie federali. Infatti, la rapidità di esecuzione garantita dal software solleva seri interrogativi sulla sua accuratezza. Don Moynihan, professore alla Ford school of public policy dell’università del Michigan, ha evidenziato un rischio concreto: “Se si automatizzano presupposti errati in un processo, la scala dell’errore diventa molto più grande di quanto un individuo potrebbe mai causare“, ha spiegato Moynihan a Reuters. Il pericolo non è solo teorico: nei primi mesi dell’operazione di ridimensionamento, alcuni lavoratori sono stati erroneamente licenziati e successivamente riassunti, generando confusione e cause legali. “Non necessariamente li aiuterà a prendere decisioni migliori e non renderà quelle decisioni più popolari“, ha concluso lo studioso, alludendo alle numerose controversie legali già avviate dai sindacati del pubblico impiego contro l’amministrazione Trump.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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