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martedì, Nov 17

Donald Trump stava per attaccare l’Iran, ma i suoi consiglieri l’hanno dissuaso



Da Wired.it :

Il presidente uscente degli Stati Uniti stava cercando dei motivi per attaccare il paese e fermare il suo programma nucleare in espansione. Un attacco contro le strutture iraniane sarebbe potuto degenerare con facilità in un conflitto più ampio

(foto: Anna Moneymaker-Pool/Getty Images)

Il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump stava cercando dei motivi per attaccare l’Iran e fermare il suo programma nucleare in espansione, rivelano i quotidiani statunitensi. Giovedì 12 novembre scorso, Trump ha riunito nello Studio Ovale i suoi consiglieri senior – tra cui anche il vicepresidente Mike Pence e il segretario di Stato Mike Pompeo – per discutere di eventuali opzioni per agire contro il paese mediorientale, nello specifico contro il suo principale sito nucleare. Tutti i funzionari hanno fortemente sconsigliato a Trump una mossa del genere, avvertendolo che un attacco contro le strutture iraniane sarebbe potuto degenerare con facilità in un conflitto più ampio, proprio nelle ultime settimane della presidenza di Trump prima dell’inaugurazione del democratico Joe Biden.

Solo il giorno prima dell’incontro del tycoon con i suoi consiglieri, gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) avevano segnalato un aumento significativo delle scorte di uranio dell’Iran, riporta il New York Times. Un incremento di circa 12 volte superiore di quanto previsto dall’accordo nucleare che il Paese mediorientale aveva firmato nel 2015 con Regno Unito, Francia, Germania, Cina, Russia e Stati Uniti (da cui Trump si è ritirato nel 2018, ma che il presidente eletto Biden ha promesso di resuscitare). 

Qualsiasi attacco da parte delle forze statunitensi, missilistico o informatico, sarebbe quasi certamente diretto sul sito di Natanz, dove sono state stoccate le scorte di materiale nucleare. Inoltre, l’Iran non ha consentito agli ispettori internazionali l’accesso a un altro sito nucleare sospetto, con prove di attività nucleare passata. Dopo che Mike Pompeo e il generale Mark Milley hanno descritto a Trump i potenziali rischi di un’escalation militare, il presidente ha rinunciato a un attacco missilistico, secondo quanto riferito da alcuni funzionari dell’amministrazione al Times. Tuttavia, è ancora possibile che Trump cerchi altri modi per colpire l’Iran, agendo per esempio contro i suoi beni o i suoi alleati (come le milizie in Iraq). 

Già dopo che  aveva licenziato il segretario alla Difesa Mark Esper la scorsa settimana, il dipartimento della Difesa e altri funzionari della sicurezza nazionale avevano espresso in privato, al quotidiano newyorkese, la preoccupazione che Trump possa avviare operazioni, palesi o segrete, contro gli avversari stranieri alla fine del proprio mandato presidenziale.

L’Iran sta costruendo un’arma nucleare?

Il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica che ha sollecitato Trump ha concluso che l’Iran ora possiede una scorta di oltre 2.442 chilogrammi di uranio impoverito. Ciò sarebbe sufficiente per produrre circa due armi nucleari, secondo un’analisi dell’Institute for Science and International Security. Ma occorrerebbero molti mesi di elaborazione aggiuntiva per arricchire l’uranio e trasformarlo in materiale per bombe, spiega il New York Times, il che significa che l’Iran non si avvicinerebbe a costruire una bomba fino alla tarda primavera del 2021 (molto ottimisticamente), ben oltre la fine dell’incarico da presidente di Trump.

Sebbene l’ammontare delle scorte di uranio iraniane sia preoccupante, resta comunque una cifra molto al di sotto della quantità che l’Iran possedeva prima che il presidente Barack Obama raggiungesse l’accordo nucleare con Teheran per limitarne l’accumulo nel luglio del 2015. Secondo i termini dell’accordo, alla fine del 2015, l’Iran spedì circa il 97% delle sue scorte di carburante nucleare alla Russia, ossia circa 11.3398 chilogrammi.

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[Fonte Wired.it]