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mercoledì, Mar 08

Donne, il divario delle paghe con gli uomini si è ridotto. Ora va chiuso



Da Wired.it :

Gender pay gap, ovvero la differenza nelle retribuzioni tra uomini e donne. In Italia, nel 2021, si attesta in media al 5%, ovviamente in favore degli uomini. Nei 27 paesi dell’Unione europea, invece, si arriva al 12,7%. Un numero, questo, che ha però bisogno di un po’ di contesto.

Cosa rappresenta l’indicatore

Intanto, i dati arrivano da Eurostat, che li ha rilasciati in occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, e sono aggiornati al 2021. Questi numeri rappresentano l’unadjusted gender pay gap, ovvero la differenza tra la retribuzione oraria di un uomo e quella di una donna, calcolata come percentuale del salario di chi tra i due guadagna di più. Sì, perché ci sono anche settori e paesi dove sono i maschi a guadagnare meno. Il dato è calcolato su base annuale ed espresso con un valore percentuale.

Per fare un esempio: se un uomo guadagna 50.000 euro l’anno e una donna 47.500, il gender pay gap è pari al 5%. Questo perché i 2.500 euro di differenza sono pari al 5% della retribuzione oraria maschile. Bene specificare che questo indicatore non tiene conto del grado di istruzione, del ruolo in azienda e degli anni di anzianità lavorativa. E che è basato su una survey alla quale le aziende con meno di dieci dipendenti non sono invitate a partecipare. Il che esclude una larga fetta dell’occupazione italiana, se si considera che, come sottolinea Confartigianato, il 43,7% dei lavoratori in Italia è assunto da una microimpresa, ovvero una di quelle aziende con meno di dieci dipendenti esclusi dalla rilevazione.

La situazione in Europa

Come anticipato, se si guarda alla situazione dei 27 paesi dell’Unione europea, le cose in Italia non vanno così male. Nel senso che il gender gap italiano è il quinto più basso a livello continentale. Meglio di noi fanno solo Romania, Slovenia, Polonia e Belgio, con valori che oscillano tra il 3,6 ed il 5%. Qui sotto il quadro completo.

Il dato peggiore arriva dall’Estonia, dove gli uomini, al netto di tutti i caveat, guadagnano il 20,5% in più delle donne. Seguono l’Austria, dove la differenza retributiva si attesta al 18,8% e la Germania, nazione in cui arriva al 17,6%. Per mese esigenze estetiche, nel grafico manca il Lussemburgo, che è l’unico paese europeo in cui il gender pay gap, seppur di pochissimo, è in favore delle donne, che qui guadagnano lo 0,2% in più dei colleghi uomini.

L’andamento nel tempo

Come è cambiato il gender pay gap nel corso dell’ultimo decennio? Tanto in Italia, quanto in Europa, dal 2012 a oggi si è assistito a una contrazione del divario salariale tra uomini e donne, come evidenzia il grafico sottostante, sempre su dati Eurostat:

A livello europeo, dieci anni fa la differenza media tra le retribuzioni di uomini e donne era pari al 16,4% e si è ridotta nel 2021 al 12,7%. Una contrazione pari a 3,7 punti percentuali. In Italia, invece, si è passati dal 6,5% di dieci anni fa al 5% registrato nel 2021. Nel periodo, il valore più alto lo si è toccato nel 2013, quando è arrivato al 7%, mentre quello più basso si è visto nel 2020, quando la differenza retributiva tra uomini e donne italiani è scesa al 4,2%.

Non tutti i settori sono uguali

Come detto, il gender pay gap del 5% registrato in Italia nel 2021 è un valore medio. La situazione varia, e di molto, a seconda del settore professionale. Ci sono campi, come l’attività mineraria, in cui le donne guadagnano il 5,2% in più dei colleghi uomini. E altri in cui il settore è molto distante dalla media, come mostra il grafico sottostante.

Il settore in cui è più alto il divario tra uomini e donne è quello del mondo dello spettacolo, dove i primi arrivano a guadagnare il 62,1% in più rispetto alle seconde. Seguono le attività professionali con un gender pay gap del 23,9%, la finanza e le assicurazioni con il 23,7% e la sanità con il 21%. Il settore più equo è quello della gestione dei servizi idrici e dei rifiuti, dove il divario salariale in favore dei maschi è pari ad appena lo 0,7%.



[Fonte Wired.it]