Il coniglio demoniaco è tornato. Donnie Darko, misteriosa e singolare pellicola dell’allora misconosciuta icona indie Richard Kelly, torna in sala in versione Director’s Cut restaurata in 4k per tre giorni, dal 3 al 5 giugno. Ideata, scritta e diretta da Kelly, aveva debuttato in poche sale americane nel 2001 senza che nessuno se la calcolasse. Di passaggio fuori concorso al Festival di Venezia e in uscita home video in Director’s Cut tre anni dopo, Donnie Darko è diventato uno delle più grandi sleeper hit della Storia del cinema. Il termine era stato coniato per definire chiati i film distribuiti in sordina che si attestavano come cult popolari grazie al passaparola.
Enigmatico e cupo, suggestivo e perturbante, incentrato sui wormhole, sull’effetto farfalla e sulle derive della mente, Donnie Darko ha anche i pregio di aver lanciato la carriera di Jake Gyllenhaal, ai tempi apprezzato solo da una manciata di nerd per la sua partecipazione al tenero e romantico Bubble Boy (su un buffo giovanotto che vive in una bolla trasparente a causa delle mancanza di difese immunitarie). Cogliamo l’occasione per stilare una classica dei ruoli più memorabili dell’attore.