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venerdì, Mar 27

Dopo Freud, 5 luminari che meriterebbero una serie



Da Wired.it :

Mentre Netflix dedica otto episodi (da vedere) al padre della psicanalisi, abbiamo individuato altri studiosi illustri dalle biografie spesso molto pittoresche che potrebbero riempire stagioni e stagioni televisive. Qualche esempio? Ada Lovelace e Francis Lloyd Wright

Il 23 marzo ha fatto il suo debutto su Netflix Freud, produzione originale austriaca che racconta – in veste assolutamente inedita – la vita del padre della psicanalisi Sigmund Freud. Nella Vienna di fine Ottocento, il protagonista è ritratto come un giovane neurologo (interpretato da Robert Finster) che, mentre sta già elaborando in nuce le teorie sulla psiche umana, si destreggia fra indagini su omicidi, affascinanti medium e atmosfere horror, in un andamento sperimentale (e confusionario) che fonde allucinazioni e manie mentali. A ogni modo, è affascinante come spunti della biografia di uno dei più grandi studiosi degli ultimi secoli vengano utilizzati per creare una serie avvincente e godibile. Ma che cosa succederebbe se lo stesso trattamento (magari biograficamente più rigoroso) fosse applicato ad altri grandi luminari del passato?

1. Ada Lovelace

Grazie ai suoi lavori sulla macchina analitica di Babbage e all’abbozzo di algoritmo legato ai numeri di Bernoulli, Ada Lovelace, matematica e scrittrice del XIX secolo, è considerata da più parti la prima programmatrice di computer della storia. I suoi studi rappresentarono un passo avanti fondamentale per l’emancipazione femminile. Ma la sua vita è stata ricca e stravagante anche oltre i primati accademici: nata nel 1815, infatti, era figlia del famoso poeta e politico Lord Byron (anche lui degno delle biografie più romanzate) e di Anne Isabella Milbanke, a sua volta pioniera della matematica. Cresciuta con la madre (Byron morì nella Guerra d’indipendenza greca del 1824), Ada si è interessata fin da giovane alla matematica e ha avuto modo di frequentare i nomi più illustri dell’intellighenzia dell’epoca, da Charles Dickens a Michael Faraday. Negli ultimi anni di vita, minati da un cancro uterino, ha subito in modo opprimente le pressioni della madre, allontanandosi perfino dal marito, il conte di Lovelace, per via di una rivelazione mai resa nota. Insomma, aneddoti per riempire stagioni e stagioni.

2. Charles Darwin

Prima ancora di Freud, la concezione del mondo contemporaneo è stata modificata dagli studi di Charles Darwin e dalle sue rivelazioni sull’evoluzione e sulla selezione naturale. Il suo Le origini della specie del 1859 cha cambiato letteralmente il mondo in cui viviamo. Cresciuto in una famiglia di atei progressisti, attivi politicamente per riformare la società attraverso l’abolizione della schiavitù e l’emancipazione femminile, Darwin (classe 1809) ha iniziato a studiare medicina e chirurgia ma – complice, forse, la sua debolezza di stomaco – si è rivolto ben presto a ornitologia ed entomologia. Lo studio del mondo naturale lo ha appassionato a tal punto da partire, nonostante le preoccupazioni del padre, a bordo della nave da ricognizione scientifica Beagle nel 1831: ha visitato così mezzo mondo, comprese le mitiche Galapagos, accumulando le osservazioni che sarebbero state poi fondamentali per le sue teorie. Teorie che ha avuto da subito un’eco internazionale, sebbene osteggiate da alcuni settori dell’accademia e della religione, alle cui obiezioni Darwin ha cercato di rispondere sempre puntualmente, nonostante una salute malferma che misteriosamente lo ha tormentato per tutta la vita adulta, fino alla morte nel 1882. Fra viaggi in luoghi meravigliosi e intrighi accademici, una serie tv sarebbe perfetta.

3. Marie Curie

Prima donna a vincere il premio Nobel, primo essere umano in assoluto (e finora unica donna) ad averne vinti due e unica persona ad averne vinti in due settori diversi (per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911), Marie Curie è l’emblema dei traguardi femminili nel mondo delle scienze. Nata Maria Salomea Skłodowska nel 1867 in Polonia, ha studiato all’università clandestina di Varsavia prima di trasferirsi con la sorella (anche lei grande studiosa) a Parigi nel 1891: qui ha incontrato il marito Pierre Curie, che l’ha assistita in molte delle sue ricerche (e con cui ha condiviso il Nobel per la fisica). Ha scoperto il fenomeno della radioattività (di cui ha coniato il termine), individuato il polonio e il radio, intuito l’utilità degli isotopi nella cura dei tumori e, durante la Prima guerra mondiale, messo a punto delle macchine da radiografia portatili, che lei stessa ha utilizzato come volontaria negli ospedali da campo. Nonostante i suoi risultati senza precedenti, non è stata immune al clima xenofobo che vigeva nella Francia dell’epoca (basti ricordare l’affare Dreyfus) ed è stata anche oggetto di parecchi scandali, fra cui quello per la relazione con un ex allievo di Pierre, morto nel frattempo nel 1906. Marie Curie è morta nel 1934 per complicazioni dovute all’esposizione continua alle radiazioni ma, nonostante le siano stati dedicati già alcuni film, sarebbe interessante vedere sviluppata la sua vita in una serie tv complessa e articolata.

4. Francis Lloyd Wright

Nato nel 1867, Francis Lloyd Wright è sicuramente uno degli architetti contemporanei più apprezzati e dallo stile riconoscibile: le sue teorie sull’architettura organica – capace cioè di trovare un equilibrio dinamico fra costruzioni artificiali stilizzate e funzionali e ambiente naturale circostante – hanno cambiato significativamente il Novecento. Il suo genio creativo non si è limitato solo ad abitazioni memorabili incastonate nel paesaggio (come la celebre Fallingwater o il complesso di Taliesin in Wisconsin), ma ha modellato anche grattacieli, scuole, musei (il Guggenheim di New York), hotel, mobili e parecchio altro. Personaggio illustre e conferenziere quotato in tutto il mondo, ha avuto anche una vita pittoresca e movimentata, nel bene e nel male: si è sposato tre volte, spesso accavallando le sue relazioni (ha abbandonato la prima moglie e i figli riparando in fra Fiesole e Firenze, mentre è stato  arrestato con l’accusa – da parte dell’ex marito della terza moglie – di aver rapito la figlia), e ha superato diverse tragedie, come l’incendio del 1914 a Taliesin: un cameriere ha appiccato il fuoco alla parte residenziale della struttura, uccidendo prima a colpi di ascia sette persone (fra cui Mamah Borthwick Cheney, eccentrica amante dell’architetto) per poi tentare il suicidio e lasciarsi infine morire di fame in prigione. Storie nelle storie, dunque, per un materiale artistico e narrativo ricchissimo. Presto su questi schermi? Si spera.

5. Rita Levi-Montalcini

(Foto: Getty Images)

In questa carrellata internazionale è doverosa anche una presenza italiana e chi meglio di Rita Levi-Montalcini potrebbe onorare il consesso? La neurologa, che per i suoi studi sull’accrescimento della fibra nervosa venne insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986, è vissuta fino a 103 anni e ha avuto un’esistenza ricca di soddisfazioni scientifiche e accademiche, ma anche di molti avvenimenti e di strenue resistenze. Nata in una famiglia ebrea sefardita, Levi-Montalcini è fuggita in Belgio alla promulgazione delle leggi razziali del 1938, ma è tornata a Torino due anni dopo proseguendo le sue ricerche in un laboratorio allestito in casa, per poi nascondersi a Firenze. Dopo una lunga carriera internazionale e nonostante la cecità che l’ha colpita a 90 anni, è stata anche nominata senatrice a vita, contribuendo con il suo voto a dirimere annose questioni della politica italiana negli anni Duemila. “Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”, ha detto in una sua famosa dichiarazione e una mente così luminosa (che – tra le altre cose – è stata la primissima copertina di Wired Italia) dovrebbe essere omaggiata con un degno tributo, anche seriale.

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[Fonte Wired.it]