Double Dragon Revive è stato affidato a Yuke’s, altra casa di sviluppo nipponica, il cui obiettivo era creare un remake del titolo originale della saga, ma con un gameplay più moderno e adatto ai tempi. L’affetto verso i vecchi capitoli è evidente sin dalle prime battute, in cui ci muoveremo in una New York post-apocalittica dalle strade desolate e malmesse e dominata dal terrore imposto dalla banda degli Shadow Warriors.
Come nel capitolo del 1987, i due protagonisti Billy e Jimmy Lee, tornati a casa da una pattuglia, scoprono che la loro amica d’infanzia Marian è stata rapita dagli Shadow Warriors e così decidono di salvarla. A differenza dei vecchi capitoli, dove Marian era la classica fanciulla in pericolo da salvare, qui la ragazza diventerà presto un altro personaggio giocabile (come era già successo in Double Dragon Gaiden e in altri titoli recenti) e dotata di un discreto parco mosse molto veloci. Ai tre si aggiungerà infine il ninja Yagyu Ranzo, ripescato dall’originale Double Dragon III, per un totale di quattro personaggi.
La modalità principale di Double Dragon Revive è Storia, dove dovremo affrontare otto livelli, ognuno con un boss alla fine proprio come nei vecchi titoli arcade, mentre Jimmy, Billy e i loro alleati fronteggieranno i capi degli Shadow Warriors e tenteranno di sventare il loro misterioso piano di sfruttare le Vene del Drago per creare un esercito di supersoldati da controllare.
Arc System Works
Come in ogni beat’em up, la storia è solo un pretesto per menare le mani e anche in questo caso non ci sono eccezioni. La trama verrà raccontata attraverso delle immagini in stile anime ben disegnate, che collegheranno i livelli tra loro, e non mancheranno riferimenti e omaggi alla storia di Double Dragon.
Tre dimensioni che non convincono
Per quanto riguarda il gameplay, Double Dragon Revive non vuole reinventare la ruota. Si tratta di un classico picchiaduro a scorrimento in cui ci faremo strada a suon di calci, pugni e mosse speciali per arrivare alla conclusione, che potrà essere raggiunta anche in sole tre o quattro ore: d’altronde i beat’em up non sono mai stati un genere molto longevo e va bene così. Una volta concluso, però, si potrà sia rigiocare la Modalità Storia a un livello di difficoltà superiore e con altri personaggi, magari puntando a ottenere dei punteggi record, sia darsi alla Modalità Extra, che presenta delle sfide speciali in cui dovremo affrontare boss o gruppi di nemici per ottenere i punteggi migliori.




