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Da Wired.it :

È un grande limite di Dream Scenario ma al tempo stesso un indubbio elemento di fascino. Pochi attori che non sono Nicolas Cage possono permettersi di emergere da un angolo di una stanza in ombra o di passeggiare senza far niente all’interno di un sogno con un’aria al tempo stesso totalmente seria e platealmente paradossale. Ma non solo nei sogni, Dream Scenario gli chiede proprio di muoversi nelle stanze per essere inquietante senza esserlo, per suggerire timore, erotismo, inquietudine o anche solo umorismo. Lo vediamo entrare in una casa, in un ufficio, in una palestra e ci sembra la materializzazione di quel personaggio degli incubi.

È il valore postmoderno delle immagini, quando non rimandano più a un referente del mondo reale ma ad altre immagini ancora (quelle dei sogni, quelle degli altri film di Nicolas Cage per i quali lo conosciamo) e soprattutto il fatto che queste immagini sognate, per i personaggi, sono più importanti della loro realtà. Dream Scenario mira ad arrivare infatti a un punto in cui la realtà del personaggio e i sogni di chi gli sta intorno diventano la stessa cosa e non è più facile capire dove finisca la prima e inizino i secondi. Ha anche tutta una serie di suoi metaforoni che coinvolgono le zebre e come queste si mimetizzino tra i propri simili, perché distinguersi li rende bersagli più facili per i predatori. Ma sembrano tutte sciocchezze in confronto al fascino primordiale e animale che ha la maniera in cui Nicolas Cage recita l’uomo che tutti sognano anche se non ha niente di speciale.



[Fonte Wired.it]