Nel panorama degli aspirapolvere lavapavimenti, dove spesso le novità si somigliano più di quanto si vorrebbe, Dreame H15 Pro Heat riesce a distinguersi. Non tanto per l’aspetto — simile ai modelli che l’hanno preceduto — quanto per l’approccio: adotta un sistema di lavaggio a caldo e una base intelligente capace di pulirsi e asciugarsi da sola, e lo fa mantenendo un prezzo abbastanza competitivo.
Il nome stesso, Heat, racconta bene cosa fa questa macchina: usare il calore non come funzione di asciugatura dopo la sessione, ma come parte attiva della pulizia. Uscito quest’estate, abbiamo avuto qualche mese per capire se la funzione calore introdotta sia davvero utile testando Dreame H15 Pro Heat in una casa abitata da due bimbi che danno un colore nuovo al pavimento a ogni pasto e una gatta che non perde occasione per fare avanti e indietro dal terrazzo dopo aver fatto un zampiluvio nella ciotola dell’acqua. Insomma 120 metri quadrati da ripulire da cima a fondo con energia ogni volta che è possibile farlo.
Come si parte
Dreame ha messo bene a fuoco un’esperienza di unboxing rilassante, per niente impegnativa. Dalla scatola esce un gadget praticamente pronto: manico da innestare, base da posare, serbatoio dell’acqua da riempire, una spazzola di ricambio, lo scovolino e il detergente per inziare a spiegare subito al pavimento della cucina chi comanda in casa. Appena lo si fa scorrere sul pavimento si scopre che il corpo è pesante, forse anche più del previsto, ma ben bilanciato; le due ruote motorizzate salvano le braccia dal peso in manovra e l’aspirapolvere , quando si sdraia orizzontalmente, si appoggia su una rotellina che lo fa scorrere abbastanza bene.
Serve abituarsi
Al primo utilizzo bisogna fare un po’ di pratica con la meccanica di questo gadget reagisce diversamente in base alle manovre che gli vengono imposte. Come per molti prodotti di questo tipo, una volta acceso va inclinato per attivare l’aspirazione. Una volta partito, procede avanzando automaticamente con le ruote ed è necessario ruotare il manico con un po’ di energia perché capisca quale direzione prendere. Ogni volta che è necessario fermarsi, va riportato nella posizione iniziale a 90° dalla quale va in standby da solo.




