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giovedì, Nov 18

Dubai pensa già al dopo Expo 2020 tra design week e nuovi grattacieli



Da Wired.it :

Per vedere cosa accadrà sul piano dell’innovazione siamo andati alla Dubai Design Week, dove la mostra 2040: d3 Architecture Exhibition ha messo in mostra alcune idee e dove abbiamo trovato alcune startup che, lavorando sul piano della sostenibilità, propongono soluzioni in grado di cambiare volto alla città e abitudini dei cittadini. Beyrach Architects per esempio ha immaginato un piano di aree per la socialità con tutti i servizi essenziali raggiungibili a piedi in massimo 15 minuti, oltre a un piano di distribuzione del verde pubblico che permetterà di abbassare la temperatura al suolo di 10 gradi. Audace è anche il piano di mobilità che prevede oltre a tram, anche treni ad alta mobilità ed air-pod, sorta di cabine appese su una monorotaia, controllabili da app che grazie all’intelligenza artificiale sceglierà il mezzo più veloce per raggiungere la destinazione. 

Il Burji Khalifa e lo skyline di Dubai visti dal punto in cui sorgerà il nuovo quartiere simbolo della città.

Foto: Wired

La città non punterà più solo sui grattacieli, che sono isole verticali che fanno terra bruciata delle possibilità di interazione tra le persone all’aperto, ma su edifici residenziali a due piani, come quelli proposti da Dabbagh Architects, con spazi interni pieni di vegetazione, zone di ritrovo e negozi, ristoranti e bar che invitano anche i non residenti a popolare quartieri altrimenti privi di vita notturna. Alcune proposte sfruttano le risorse del luogo e puntano a soluzioni low-tech, come quelle di Nyxostudio, fondato a Dubai da due italiani. Mirko e Mikele Daneluzzo hanno creato enormi vasi urbani sulla cui sommità c’è la vegetazione, bagnata dall’acqua raccolta con un processo di deumidificazione dell’aria, e ai piedi delle panchine dove i passanti possono trovare ombra. Interessante anche il progetto di “aria condizionata” a basso impatto: una struttura ad alverare creata con piccole piramidi rovesciate realizzate comprimendo la sabbia del deserto con appositi collanti, nelle cui intercapedini verrà spruzzata dell’acqua in grado di raffrescare l’aria che vi passerà attraverso.

Molte idee più interessanti sul futuro vengono anche dagli studenti presenti al Global Grad Show, che propone il meglio delle scuole di design di tutto il mondo, da cui poi nascono varie startup, e dal relativo show dedicato a Medio Oriente e Nord Africa, che tentano di risolvere anzitutto i problemi della città: Hydria ad esempio è un contenitore dotato di filtri ad hoc per riciclare l’acqua che usiamo quando scoliamo la pasta, laviamo i piatti o facciamo un bucato a mano, e usarla ad esempio per bagnare le piante, ancora più essenziale in un Paese dove l’acqua è assente e proviene dai grandi impianti di desalinizzazione del mare; Wastology invece è una compostiera inserita in un vaso dove far crescere varie piante officinali, utile a non sprecare il cibo in eccesso (che qui è per la maggior parte importato); incoraggiare a riutilizzare gli scarti d’altronde è un fil rouge che percorre molti progetti, alcuni interessanti come Al Madda, che propone una app con ricette per ottenere anche in casa materiali in grado di sostituire la plastica, ottenuti con scarti quali bucce di banana o di pomodoro, o come Hexycle, che offre un kit con cui si possono ridurre scarti di pellame in minuscoli esagoni che incollati tra loro danno vita a nuove creazioni. 

Nelle stazioni di Smart Police ci si collega alla centrale per denunce o richieste di aiuto.

Foto: Wired

Intanto Dubai per entrare prima degli altri nel futuro procede spedita con i suoi mille progetti, come le già esistenti stazioni di Smart Police, dove siamo entrati e dove cittadini e turisti possono chiedere aiuto o presentare una denuncia tramite i monitor collegati alla centrale o il prossimo Virgin Hyperloop che collegherà la città ad Abu Dhabi e ha presentato all’Expo la prima cabina passeggeri (con sedili non molto comodi a dire il vero). Sempre in bilico nella contraddizione tra desiderio di sostenibilità, rappresentato dalla più grande centrale ad energia solare del mondo in costruzione, che fornirà 3 gigawatt, e necessità di produrre in fretta e ad ogni costo sempre più elettricità, come dimostra la meno pubblicizzata nuova centrale a carbone che utilizzerà una nuova tecnologia “pulita”. Sarà vero?



[Fonte Wired.it]