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Duran Duran in concerto a Roma, il racconto di un suono eterno nella città eterna

da | Giu 17, 2025 | Tecnologia


La parte Halloween Party, poi, al pubblico, piace fino a un certo punto. Il pubblico vuole i classici, come ormai fa l’audience in ogni concerto di qualsiasi artista, e li avrà. Avrà Ordinary World e Come Undone, le canzoni della loro prima rinascita, quella dell’album Duran Duran del 1993, con Simon Le Bon che dedica la prima agli abitanti di Gaza e dell’Ucraina che stanno soffrendo per la guerra. Avrà (Reach Up For The) Sunrise, simbolo della seconda rinascita, quella di Astronaut del 2004, uno dei brani che più fa saltare il Circo Massimo, ed assunto ormai accanto ai classici dei due decenni precedenti. Ma è giusto che una band suoni solo i classici per il pubblico? I Duran Duran hanno scelto di provare ad essere attuali, a rinnovarsi, e il loro nuovo corso, anche se fatto di cover e rivisitazioni di loro brani meno noti, non sfigura affatto tra le loro grandi canzoni.

Quei new romantic in cerca di un suono della tv

“Il mio nome è Bon. Simon Le Bon” scherza il frontman dei Duran Duran dotato di un'autoironia rara nell'ambiente

“Il mio nome è Bon. Simon Le Bon” scherza il frontman dei Duran Duran, dotato di un’autoironia rara nell’ambiente

ROBERTO PANUCCI

Poi arrivano Careless Memories e Planet Earth e capisci cosa vuol dire davvero aver creato un suono, un mix di disco, glam rock e fantascienza, “alcuni new romantic in cerca di un suono della tv”, come recita il testo di Planet Earth. Ascolti Girls On Film – con gli schermi che rimandano immagini delle top model degli anni Novanta – che mescola i Roxy Music e i Clash, e capisci che miracolosa alchimia sia stato il loro primo album, Duran Duran del 1981, quello che ha dettato la linea della loro musica e ha definito il suono dei new romantic. Il disco che sarebbe arrivato dopo, Rio, sarebbe stato quello delle canzoni più famose, l’evoluzione del loro suono in qualcosa di più compiuto, in un songwriting più maturo, ma anche più commerciale. E, dopo aver suonato Hungry Like The Wolf all’inizio, i Duran Duran chiudono lo show proprio con le loro canzoni più famose, quelle che hanno segnato un’epoca. Sono Save A Prayer, forse il loro pezzo più noto, in cui Simon Le Bon chiede al pubblico di “ricreare la Via Lattea” con i propri telefoni, e Rio, che dava il titolo al loro album simbolo. Ascolti le loro canzoni e capisci che i Duran Duran sono gli anni Ottanta, ma sono anche perfettamente l’oggi. Guardi le immagini che scorrono sullo sfondo e capisci che cos’era la musica dei Duran Duran in quel 1982. Era un’auto di lusso lanciata a tutta velocità verso il sole.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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