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sabato, Gen 28

Dylan Dog ritorna alle origini



Da Wired.it :

Cambiare, per restare uguali. Così si potrebbe riassumere il 2023 editoriale di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo, che si appresta a un vero e proprio ritorno alle origini. E inizia adesso, dalla trilogia che sta per concludersi sulle pagine del mensile da edicola di Sergio Bonelli Editore, avviata nel numero 435 con la storia Due minuti a mezzanotte su soggetto di Claudio Lanzoni.

Tutto inizia quando John Ghost, nemesi di Dylan, si accorge di strane discrepanze nella realtà che lo circonda; dei veri e propri glitch, simili agli errori di una simulazione, che ben presto si diffondono tanto per le strade di Londra quanto per le vignette dell’albo. I primi segnali di un’apocalisse che potrebbe mettere fine all’universo in cui sono state ambientate le avventure di Dylan negli ultimi anni, per riportarlo appunto alle sue origini narrative – attraverso un percorso ricco di citazioni cinematografiche, da Matrix all’orrore di The haunting of Hill House

Perché questa esigenza di tornare al passato? “Dylan Dog è nato per stupire, per non lasciare mai il lettore rassicurato”, spiega Michele Masiero, direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore. “Sono passati dieci anni da quando Tiziano Sclavi aveva incaricato Roberto Recchioni di rivoluzionare il suo mondo. Nel frattempo sono successe molte cose, e oggi Tiziano si chiedeva come si potesse rivoluzionare di nuovo il personaggio”. Per questo, Sclavi ha suggerito al team editoriale di ritornare alle origini. “Non è però un gioco dell’oca, non si riparte da zero, ma si va avanti in modo creativo, rassicura Masiero.

Una transizione complessa

Nel 2013 lo sceneggiatore Roberto Recchioni, con la benedizione del “papà” di Dylan, Tiziano Sclavi, era stato incaricato di prendere le redini della testata in qualità di curatore editoriale, e guidare l’indagatore dell’incubo verso nuove direzioni. Il 2019 ha segnato il culmine di questo processo di rinnovamento, con un “Ciclo della meteora” durato più di un anno e che si è concluso trasportando i lettori verso un nuovo mondo, una nuova realtà, o forse semplicemente un nuovo incubo. A partire dall’albo 401, le origini di Dylan sono state reimmaginate, portando il personaggio dal 1986 – anno della sua creazione, cui le storie erano spesso (ma non sempre) rimaste ancorate – al mondo contemporaneo, cambiando alcuni tratti del suo background, e inserendo una continuity più strutturata tra le varie storie autoconclusive. 

Un esperimento riuscito solo in parte: paradossalmente erano state proprio le storie precedenti, quelle del famoso Ciclo della meteora, a generare una continuità più salda nel mondo dell’Old Boy. E poi, si sa, accontentare tutti i fan – divisi tra la ricerca di storie emozionanti e il desiderio di restare ancorati a un’età dell’oro – è impossibile. Ma la ragione più profonda risiede proprio nella natura del fumetto ideato da Tiziano Sclavi.



[Fonte Wired.it]