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lunedì, Mag 18

È iniziata fra le polemiche Usa-Cina l’assemblea dell’Oms sulla pandemia



Da Wired.it :

C’è una risoluzione, già appoggiata da 122 paesi, che vuole un’indagine indipendente sulla gestione della pandemia nel mondo. La Cina si è opposta temendo danni di immagine, ma sullo sfondo ci sono anche i suoi rapporti complicati con Stati Uniti e Taiwan

(foto: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Come ogni anno, l’organo legislativo dell’Organizzazione mondiale di sanità riunisce i suoi membri per discutere provvedimenti in materia sanitaria e stabilire la sua politica amministrativa e finanziaria. I lavori di questa 73esima edizione – che si terrà a Ginevra tra il 18 e il 21 maggio – saranno però più complicati del solito: un po’ perché la pandemia di coronavirus ha compresso le abituali tre settimane di lavori in soli due giorni in videoconferenza; soprattutto perché alla base ci sono le tensioni tra Usa e vertici dell’Oms, dovute al taglio dei fondi deciso dal presidente Donald Trump, a cui si aggiunge la mancata presenza di Taiwan, pretesa dagli Usa e da altri paesi europei in veste di osservatore (come è successo nel 2009 e nel 2016), ma osteggiata dalla Cina (il governo di Pechino non ha mai riconosciuto lo status d’indipendenza dell’isola, ed è a oggi l’unico rappresentante del popolo cinese legittimato a partecipare alle riunioni dell’Oms).

Il punto di discussione più acceso sarà però la risoluzione, appoggiata già da 122 paesi, per chiedere che venga condotta un’inchiesta indipendente  sulla gestione dell’epidemia di Covid-19 nel mondo. Una richiesta a cui Pechino si è già opposta e che ha detto di poter appoggiare solo nel caso in cui venga condotta dall’Oms a fine pandemia.

I timori della Cina

Il promotore di questa risoluzione è il governo australiano, di indirizzo conservatore facente capo al ministro degli Esteri Marise Payne. Ma, presto, ha trovato il favore, tra gli altri, anche di Russia, Regno Unito e Unione Europea. Nel testo si legge che lo scopo dell’inchiesta è quello di identificare la fonte zoonotica del virus e la sua introduzione nella popolazione umana, incluso il possibile ruolo di ospiti intermedi, anche attraverso sforzi come missioni scientifiche sul campo”. Non compare mai nessun riferimento esplicito alla Cina, anche se è abbastanza chiaro come il documento si riferisca alle perplessità legate alla mancata identificazione del paziente zero di Wuhan e di come il virus si sia diffuso, in primo luogo, all’interno di un wet market della Cina rurale.

Attenzione: tutto questo non ha nulla a che vedere con le teorie del complotto del virus manipolato in laboratorio e frutto di un’incidente umano, ma che potrebbe comunque indebolire il potere e l’immagine della Cina a livello globale. Infatti, l’ipotesi più consolidata è che dall’indagine potrebbe emergere il ruolo dell’amministrazione di Xi Jinping nel coprire i primi casi, rivelando la presenza del Sars-Cov-2 solo a contagio iniziato e con un già alto grado di infettività. E, come osserva anche la Cnn, un’inchiesta del genere potrebbe avere ripercussioni anche sull’Oms: nelle fasi iniziali dell’epidemia, l’organizzazione ha sempre apprezzato l’operato della Cina nella gestione dell’emergenza e, anche quando le evidenze sanitarie e politiche indicavano che avrebbe potuto farlo, non ha mai assunto una posizioni netta nei confronti di Pechino.

Per essere approvata, la risoluzione richiede il voto favorevole dei due terzi dei componenti dell’assemblea (194), quindi nelle prossime ore si capirà se ai già 122 stati aderenti se ne aggiungeranno altri. Nel frattempo la Cina minaccia già rappresaglie: ha già parlato di imporre dazi sui prodotti importati dall’Australia, come vino e carne.

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[Fonte Wired.it]