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mercoledì, Ago 28

È la giornata decisiva per la formazione di un nuovo governo?


È l’ultimo giorno delle consultazioni e sta per scadere il tempo a disposizione di Movimento 5 stelle e Partito democratico per trovare un accordo: c’è il nuovo scoglio della votazione su Rousseau

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto: Paolo Giandotti / Presidenza della Repubblica)

L’attesa è quasi finita. Al termine di questa giornata di mercoledì 28 agosto sapremo probabilmente come l’Italia uscirà dall’ennesima crisi di governo della sua storia e che tipo di esecutivo la guiderà nell’immediato futuro.

Questa sera finisce il secondo round delle consultazioni e scade il tempo a disposizione per Movimento 5 stelle e Pd per trovare un accordo che dia vita a una nuova alleanza di governo. Se non ci riusciranno, il presidente della Repubblica si rivolgerà a un esecutivo tecnico e verosimilmente convocherà nuove elezioni per l’autunno.

Questa mattina si è riunita la Direzione nazionale del Pd, un corpo di 120 membri chiamati a discutere le scelte di programma e politica del partito. Nel corso dell’incontro, il segretario Nicola Zingaretti ha ottenuto il mandato per verificare la possibilità di formare un nuovo governo. La proposta è stata votata da tutti tranne dal senatore Matteo Richetti, ex candidato al ruolo di segretario.

A far bene sperare che la soluzione alla crisi sia vicina, ci sono stati anche un nuovo incontro tra i due partiti – sempre in mattinata – e le manifestazioni di supporto a un eventuale governo giallorosso, com’è stato ribattezzato, arrivate dai rappresentanti del gruppo delle Autonomie e della formazione di sinistra Liberi e uguali.

Le ultimissime

Questa mattina alle ore 8.30 circa è iniziato l’ennesimo incontro tra una delegazione del Partito democratico e una del Movimento 5 stelle. I due partiti hanno ricominciato a dialogare ieri pomeriggio, 28 agosto, dopo uno stop di qualche ora dovuto all’opposizione dei dem alla riconferma di Giuseppe Conte come presidente del Consiglio e alla nomina di Luigi Di Maio come ministro dell’Interno del nuovo esecutivo.

In teoria, il tema di discussione principale dell’incontro dovrebbe essere il programma di governo, ma diversi giornali scrivono che non è stato raggiunto un accordo nemmeno in tema di vicepremier. Sembra, infatti, che Di Maio insista nel voler continuare a essere il vicepremier ma il Pd non è d’accordo e chiede che quell’incarico venga affidato a uno dei suoi, e reso unico (cioè senza omologhi del M5s, che – ragionano al Nazareno – ha già Palazzo Chigi per sé). Un altro motivo di disaccordo riportata dai media è anche la decisione – non ancora confermata in via definitiva – del Movimento 5 stelle di sottoporre l’accordo al voto sulla piattaforma Rousseau.

Quasi in contemporanea di questo vertice Movimento 5 stelle-Pd, è cominciato anche il secondo giorno del secondo round di consultazioni al Colle. I primi ad incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono stati i rappresentanti del gruppo delle Autonomie, che hanno manifestato la volontà di appoggiare un eventuale governo giallorosso (di cui sarebbero una risorsa fondamentale in termini di voti parlamentari). È stata poi la volta di Liberi e uguali e di Fratelli , il partito di Giorgia Meloni, che ha promesso una manifestazione di protesta nel caso in cui si formi il governo Pd-Movimento 5 stelle.

Il calendario delle prossime ore

Alle 16 una delegazione del Partito democratico incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’ambito delle consultazione formale al Quirinale. Si tratta di un appuntamento molto importante: già in quelle ore si potrebbe infatti capire se il partito è riuscito a trovare un accordo con il Movimento 5 stelle, se la trattativa è ancora in corso o se invece non sembrano esserci le condizioni per andare avanti.

Un’ora dopo, al Quirinale salirà anche Forza seguita dalla Lega e infine dal Movimento 5 stelle. Quest’ultimo incontro è previsto per le ore 19 ed è considerato quello decisivo, poiché potrebbe dare il via ufficiale alla nuova alleanza. Se così sarà, Mattarella potrebbe dare a Giuseppe Conte l’incarico di presidente del Consiglio già questa sera o domani mattina.

Diversi retroscena parlano di un Mattarella comprensibilmente irritato all’idea di dover legare il futuro della legislatura a una votazione su una piattaforma proprietaria di un partito: la soluzione, secondo alcuni, potrebbe comunque essere conferire a Conte un incarico con riserva, da verificare e rendere pieno dopo la consultazione online fra gli iscritti del M5s.

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