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martedì, Mar 17

È morto Eduard Limonov, il dissidente russo protagonista della biografia di Carrère



Da Wired.it :

Dissidente in epoca sovietica, scrittore, attivista e per un periodo anche senzatetto a New York: Limonov, icona dell’underground russo, si è spento a 77 anni. Ma su di lui rimane una delle biografie più belle della nostra epoca

(foto: Valery SharifulinTASS via Getty Images)

Dissidente in epoca sovietica, scrittore, attivista e per un periodo anche senzatetto a New York: Eduard Limonov – scomparso all’età di 77 anni il 17 marzo, come riferiscono fonti delle istituzioni russe riportate da Interfax – è stato tante cose nella sua vita, ma la sua fama internazionale rimarrà immortale per via di un solo libro che porta il suo nome, Limonov, la biografia romanzata della sua vita pubblicata dallo scrittore francese Emmanuel Carrère nel 2011 (in Italia è uscita per Adelphi nel 2012).

Limonov – nato Eduard Veniaminovič Savenko a Dzerzhinsk, nell’Ucraina in guerra contro l’Asse nel 1943, e poi cresciuto nei poverissimi slum di Kharkov – col suo Partito nazional bolscevico, fondato dopo la dissoluzione dell’impero nel 1993, è stata una delle figure centrali del fronte di opposizione a Vladimir Putin chiamato L’Altra Russia – attivo tra il 2006 e il 2010, e che ricomprendeva anche l’ex campione mondiale Garri Kasparov e varie sigle politiche che andavano dall’estrema sinistra all’estrema destra. In seguito, Limonov ha fondato un nuovo partito nazionalbolscevico e di posizioni filoeurasiatiche (d’altronde fra i fondatori del Partito nazional bolscevico c’era anche l’ideologo sovranista Alexander Dugin) con lo stesso nome, L’Altra Russia, con cui proseguiva la sua opera politica.

Di temperamento inquieto e ribelle e posizioni nazionaliste e comunitariste, e diventato nel tempo una figura di culto dell’underground russo, Limonov – come scrive Carrère nel suo libro cult – ha avuto quella che si dice una vita sregolata: alla fine degli anni ’60 è stato un giovane poeta punk a contatto con colossi della letteratura come Joseph Brodsky Yevgeny Yevtushenko e persino il vecchio Solzhenitsyn, l’autore di Arcipelago gulag; a metà degli anni ’70 si è trovato a New York da emigrato senza lavoro, perde tutto e finisce a vivere sulla strada; negli anni ’90 ha partecipato alla guerra civile yugoslava al fianco dei serbi, supportando anche il colpo di stato del Kgb dell’estate 1991; si è fatto arrestare dozzine di volte in Russia, sempre per esprimere il suo diritto di manifestare in piazza.

Scrittore a sua volta, le sue autobiografie hanno avuto successo prima in Francia e poi nel suo paese natale: nulla a confronto di ciò che ha ottenuto Carrère, però. Con lo scrittore francese, artefice di molto del suo successo, ha detto in passato di avere un rapporto cordiale, pur specificando che lo considera pur sempre “un nemico della lotta di classe”.

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[Fonte Wired.it]