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venerdì, Gen 03

E se domani il tuo smartphone sapesse “annusare”?


La nuova sfida della medicina è l’olfatto artificiale: in questo video, uno studioso del Mit ti spiega perché il tuo smartphone potrebbe tornare utile per la diagnostica, se si ispirasse all’olfatto dei cani

A pensarci bene, i motivi per amare i cani sono svariati e quasi tutti nobili: sono animali intelligenti, fedeli e spesso ci aiutano in situazioni complicate. Pensiamo ai cani guida o a quelli in grado di rilevare gli esplosivi: rendono un servizio prezioso al singolo o alla comunità. Nel corso degli anni, e in particolare a seguito di uno studio apparso nel 2004 sul British Medical Journal, è cresciuto anche l’interesse sulla presunta capacità dei cani di diagnosticare i tumori negli esseri umani, fiutando le molecole volatili odorose prodotte dalle cellule. E senza dubbio la mole di recettori olfattivi a disposizione di questi animali è di per sé affascinante.

Anche Andreas Mershin, scienziato e ricercatore presso il Center for Bits and Atoms del Mit, non è insensibile al tema, soprattutto pensando alla possibilità di creare un dispositivo che funzioni proprio come il naso di un cane da utilizzare per fini diagnostici.

In questo video lo scienziato si confronta con la giornalista di Wired Usa Emily Dreyfuss per spiegare perché la scommessa sull’olfatto artificiale potrebbe contribuire a una nuova pagina di storia della medicina. Nel prossimo futuro, potrebbero essere i device che utilizziamo ogni giorno – come gli smartphone – a valorizzare i vantaggi di questo nuovo approccio.

Come osserva Mershin, dopotutto, i cellulari hanno già occhi (le fotocamere) e orecchie (i microfoni). Perché rinunciare a un naso in grado di distinguere le variazioni degli odori dell’utente e lanciare un alert sulle condizioni di salute? In realtà, come ammette anche lo stesso studioso, una delle maggiori sfide ha più a che fare con la dinamica psicologica che con quella tecnologica.

Insomma, entrare nella nuova era della medicina non è così facile.

 

 

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