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martedì, Nov 05

E se la deforestazione fosse meno grave del previsto?


I contributi della deforestazione ai cambiamenti climatici sono stati finora ampiamente sopravvalutati. A sostenerlo è un nuovo studio pubblicato sul Journal of Forest Economics

(foto: RAPHAEL ALVES/AFP via Getty Images)

Che la deforestazione porti inevitabilmente a una maggiore quantità di anidride carbonica nell’ambiente non è una novità. Tuttavia, le emissioni dovute all’abbattimento degli alberi potrebbero essere state fino ad ora sovrastimate. A riferirlo è un nuovo studio dei ricercatori dell’Ohio State University e di Yale, secondo cui i contributi della deforestazione ai cambiamenti climatici sono molto più ridotti di quanto si pensasse finora. Lo studio è stato appena pubblicato sul Journal of Forest Economics.

Dal 1900, si legge nello studio, la deforestazione è responsabile di circa 92 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. “La nostra stima è circa un quinto di ciò che è stato trovato in precedenti ricerche che dimostrano come la deforestazione abbia contribuito a 484 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (un terzo di tutte le emissioni artificiali) dal 1900”, commenta Brent Sohngen, dell’Ohio State University, sottolineando che tuttavia le stime precedenti non hanno tenuto conto di strategie di rimboscamento e altre tecniche di gestione delle foreste e si sono, invece, basate sulla ricrescita naturale degli alberi, senza alcun intervento antropico.

“Nel secolo scorso c’è stato un significativo spostamento verso il trattamento delle foreste come risorsa rinnovabile, e abbiamo stimato che questi sforzi di riforestazione e gestione delle foreste abbiamo portato a un carico di anidride carbonica molto più ridotto sull’ambiente”, spiega l’esperto. In altre parole, dicono i ricercatori, le stime precedenti sostenevano che circa il 27% delle emissioni prodotte dall’uomo provenivano dalla deforestazione, mentre il nuovo studio ha calcolato che il numero corretto corrisponderebbe solamente al 7%.

“Le stime precedenti hanno sovrastimato le emissioni nette perché non hanno tenuto conto della gestione delle foreste globali negli ultimi 70 anni”, ha precisato il coautore dello studio Robert Mendelsohn, della Yale University. La gestione forestale, spiegano i ricercatori, comprende la piantagione di nuovi alberi, la selezione di varietà, l’adeguamento dei tassi di allevamento per ottimizzare la crescita, il diradamento degli alberi, pratiche di fertilizzazione, gestione dell’irrigazione e del drenaggio e altri approcci che migliorano la crescita delle foreste.

“Il settore energetico è una fonte enorme del cambiamento climatico, ed è qui che dovremmo concentrare la nostra attenzione, e cercare modi per massimizzare il ruolo delle nostre foreste nella protezione ambientale”, ha addotto Sohngen, sottolineando come le foreste potrebbero essere fondamentali negli sforzi per combattere i cambiamenti climatici. “È possibile gestire le foreste del mondo per immagazzinare più anidride carbonica di quanto non si faccia attualmente e a lungo termine potrebbero anche essere sfruttate come fonte di bioenergia”.

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