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Dopo circa 10 minuti dal decollo, avvenuto ieri (28 maggio) dalla Vandenberg Space Force Base, in California, il satellite Earth Cloud Aerosol and Radiation Explorer (EarthCare) dell’Agenzia spaziale europea (Esa) si è separato dal Falcon 9 per raggiungere l’orbita terrestre. Nei prossimi mesi, durante la cosiddetta fase di messa in servizio, gli esperti si occuperanno di controllare e calibrare gli strumenti a bordo del veicolo, fino a quando, presumibilmente alla fine di quest’anno, questi rilasceranno i primi dati scientifici. Ma cosa farà esattamente questa nuova missione?

La missione EarthCare

EarthCare è una missione da 800 milioni di euro guidata dall’Esa per studiare come le nuvole e gli aerosol nell’atmosfera influenzano e regolano il nostro clima. Il satellite, da 2.200 chilogrammi, volerà a un’altitudine di 393 chilometri e raccoglierà dati, immagini e misurazioni della luce solare riflessa e del calore irradiato, quindi tutte informazioni che verranno utilizzate per la scienza dell’atmosfera, compresi i modelli climatici e meteorologici. “EarthCare è la più complessa delle missioni di ricerca dell’Esa fino ad oggi”, ha commentato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’Esa. “La missione arriva in un momento critico in cui far progredire le nostre conoscenze scientifiche è più importante che mai per comprendere e agire sui cambiamenti climatici, e non vediamo l’ora di ricevere i primi dati”.

Strumentazione innovativa

Con la crisi climatica sempre più allarmante, EarthCare avrà il compito di fornire informazioni cruciali per migliorare la nostra conoscenza sulle complesse interazioni tra nuvole, aerosol e radiazioni all’interno dell’atmosfera terrestre. Per farlo, il satellite trasporta quattro strumenti all’avanguardia, tra cui un lidar atmosferico, un imager multispettrale, un radiometro a banda larga e un radar di profilazione cloud messo a punto dall’Agenzia spaziale giapponese Jaxa. “Aumentare l’accuratezza dei modelli climatici globali utilizzando i dati EarthCare ci permetterà di prevedere meglio il clima in futuro e quindi adottare le misure di mitigazione necessarie”, ha spiega Eiichi Tomita, Project Manager di Jaxa per il radar di profilazione cloud. “Jaxa ha fornito il cloud profiling radar, il primo radar al mondo in grado di misurare la velocità del flusso verso l’alto e verso il basso all’interno delle nuvole. Ci aspettiamo che i dati prodotti da EarthCare siano notevoli”.



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