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martedì, Dic 17

Ecco che cos’è il “pesce pene” che ha invaso una spiaggia della California


Assomiglia a un pene ma non lo è e, nonostante viva in acqua, non è nemmeno un pesce. Si chiama Urechis caupo ed è il momento di ridargli un po’ di dignità

pesce pene
(foto: Getty Images)

Palesemente non è un pene. E poi non è nemmeno un pesce. L’Urechis caupo, questo il vero nome del pesce pene che ha spopolato sui social network dopo che migliaia di esemplari sono stati avvistati a Drakes Beach in California, è piuttosto un verme marino che in genere non ci pensa proprio a farsi vedere in giro, preferendo vivere nella sua tana sotto la sabbia. Solo che a volte le tempeste lo sfrattano, gettandolo in pasto – se gli va bene – a casuali fotografi.

Conosciamolo meglio.

Urechis caupo è un invertebrato marino appartenente al phylum degli Echiuroidei. La sua famiglia tassonomica è quella delle Urechidee, di cui si conoscono solo quattro specie: tutti vermi non segmentati con un apparato buccale a proboscide che possono usare, oltre che per mangiare, per spostarsi.

U. caupo però è l’unica specie che popola il Nord America e avvistarlo non è così facile. Questo verme infatti scava tane a forma di U nei fondali marini bassi e sabbiosi/fangosi e vi ci passa la vita. Alcuni indizi possono rivelarci la sua presenza: un’estremità della tana in genere appare come una specie di camino, da cui talvolta emerge un tappo di muco che può essere scambiato per una medusa in decomposizione; la porta sul retro invece è attorniata da sedimenti (escrementi) che il verme espelle grazie a potenti getti d’acqua.

Il muco all’ingresso della tana è prodotto dal verme stesso, che lo usa come una rete appiccicosa per intrappolare cibo. La rete si estende dall’esterno della tana fino alla bocca del verme, che continua a pompare acqua, aspirando plancton e batteri. Quando la rete è piena, U. caupo si fa una scorpacciata, buttando poi via tutto il resto.

Il suo aspetto – bisogna ammetterlo – non è dei più affascinanti: essere un salsicciotto rosa di una ventina di centimetri fa comprensibilmente guadagnare l’appellativo di pesce pene.

pesce pene
(foto: Kate Montana, iNaturalist Creative Commons)

Tuttavia gli zoologi preferiscono chiamarlo verme locandiere, un soprannome che oltre a essere più lusinghiero è anche più corretto. Innanzitutto ci ricorda che non si tratta di un pesce, poi fa riferimento al fatto che U. caupo offre vitto e alloggio a diversi ospiti. Come un locandiere.

La tana del verme locandiere è frequentata da molluschi, crostacei e pesci – qualcuno come ospite fisso (in pratica un coinquilino scroccone), qualcuno saltuario – che vi trovano riparo e soprattutto cibo. Si tratta, spiega il naturalista Ivan Parr su Bay Nature, di “un esempio da manuale di commensalismo, una relazione in cui (in poche parole), un organismo è dipendente da un altro, che non trae vantaggio né riceve danno da questa relazione”.

Chi invece può far del male al verme locandiere sono lontre, uccelli marini, razze e squali. E pure gli esseri umani. Si dà il caso, infatti, che in Asia alcune specie di pesci pene siano considerate una prelibatezza, da mangiare tipo sashimi. Qualcuno – chissà come mai – attribuisce loro proprietà afrodisiache.

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