Seleziona una pagina
sabato, Nov 30

Ecco come Huawei vuole costruire le smart city del futuro


Il gigante cinese delle telecomunicazioni traccia la sua strategia per la costruzione di città connesse e spinte verso la completa digitalizzazione

Il padiglione Huawei allo Smart city World Expo di Barcellona

Il fulcro delle smart city non sono le infrastrutture – pure necessarie – ma le loro applicazioni, cioè i servizi che permettono di offrire ai cittadini. La pensa così Huawei, che in questo campo sta investendo massicciamente e che al recente Smart City Expo World Congress di Barcellona ha illustrato i suoi progetti per l’implementazione delle tecnologie in grado di portare a compimento la transizione delle città da ‘digitali’ a ‘intelligenti’.

Il progetto dell’azienda cinese non è una novità, ma sta avanzando rapidamente. Sotto il cappello di un nome evocativo, Horizon@City, è già pronta una estesa gamma di applicazioni urbane in chiave smart, in diversi settori: istruzione, sanità, pubblica amministrazione. Senza trascurare la collaborazione strategica siglata con il comune di Barcellona, a cui Huawei fornirà le risorse tecnologiche per facilitare lo sviluppo delle attività di innovazione Ict.

Al servizio dei cittadini

Sono molti gli esempi concreti di servizi che saranno possibili quando queste tecnologie saranno a regime, come ha spiegato il Chief Digital Transformation Officer dell’azienda, Edwin Diender: a partite dall’ottimizzazione del traffico e della gestione dei mezzi pubblici nelle città, o dall’identificazione di problemi da risolvere (come ad esempio le perdite o i semafori guasti).

Ma c’è anche la possibilità, per i ragazzi che vivono in zone isolate, di frequentare le lezioni a distanza e accedere a un’offerta formativa di qualità più elevata. O quella, per tutti i residenti in aree rurali, di avere un’assistenza sanitaria specialistica senza dover effettuare lunghi spostamenti. Tutte questioni, ha detto Diender, “che non riguardano solo poche zone isolate o di paesi lontani, ma sono più comuni di quanto pensiamo, anche vicino a noi”.

La piattaforma Horizon

Per offrire questi servizi, ha spiegato ancora il manager, occorre un’infrastruttura complessa come quella realizzata da Huawei, Horizon (da cui il nome dato al progetto). “Non si tratta solo di un sistema tecnico”, ha detto Diender, “ma di un ‘principio’, del modo di funzionamento di una piattaforma che mette assieme e integra diversi programmi e iniziative che aiuteranno le città e le regioni ad avanzare lungo la catena del valore. Le applicazioni tecniche sono inserite in questa piattaforma, e disponibili per chi vorrà utilizzarle: potere di calcolo, storage, internet delle cose, intelligenza artificiale, big data e analytics”.

Questa sarà la base da cui ricavare i dati – che devono essere condivisi e utilizzabili in diversi contesti – su cui sviluppare, grazie all’Intelligent Operation Center, un ‘centro di controllo’ a disposizione delle città, applicazioni e servizi modulabili in base ai diversi bisogni. E che vengono gestiti, visualizzati e interpretati grazie a mappe interattive che illustrano in tempo reale la situazione della città intelligente.

Non è dunque un caso che nel mondo le metropoli che stanno mettendo a punto soluzioni per diventare smart siano oltre mille – da Tel Aviv a Londra, da Shenzen a Parigi – e che più di duecento, tra cui Amsterdam, lavorino assieme a Huawei. Che collabora come partner anche a progetti nel nostro paese, come lo Smart Campus di Roma e il Joint Innovation Center di Cagliari, realizzato in collaborazione con la regione Sardegna e dedicato proprio alle smart cities.

Il ruolo dei governi

A margine del congresso di Barcellona, durante il workshop E-China City Forum, organizzato dalla Direzione per le politiche regionali della Commissione UE, l’azienda cinese ha presentato lo Smart City Development and Governance Standpoints Paper, un documento “che ha l’obiettivo di stimolare i governi locali ad adottare un approccio sistematico nei confronti della digitalizzazione e al tempo stesso ottenere un vantaggio economico dallo sviluppo delle città intelligenti”.

Per favorire la transizione verso le città intelligenti, i suggerimenti del documento sono quattro: apertura al mercato, capacità di adattamento alle nuove tendenze, pianificazione sistematica e appoggio delle autorità locali.

Lo sviluppo di una città smart deve considerare sia i fattori tecnici che umani, e dev’essere fatto esso stesso in modo intelligente”, ha detto il vicepresidente di Huawei Enterprise Business Group, Sun Fuyou: “Una piattaforma digitale integrata può aiutare ciascun partner dell’ecosistema a pianificare e gestire uno sviluppo sostenuto e flessibile, calibrato sulle esigenze di ogni singola città”.

Ma l’implementazione di queste tecnologie, ha concluso il manager, “è un’iniziativa che deve essere guidata dai governi, e richiede un processo di sviluppo continuo a lungo termine. L’innovazione, la sperimentazione e l’iterazione costante sono fondamentali“: di diventare più intelligenti, insomma, non bisogna smettere mai.

Potrebbe interessarti anche





Source link