Seleziona una pagina
martedì, Dic 24

Ecco i pomodori geneticamente modificati che potremmo coltivare su Marte


Un team di ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory ha modificato geneticamente le piante di pomodori per poterle coltivare in cima a un grattacielo o su un’astronave

(foto: Lippman lab/CSHL, 2019)

Pomodori a grappolo, piccoli, dolci e dalla rapida maturazione, potrebbero essere la nuova frontiera dell’agricoltura urbana e spaziale. In natura non esistono, ma sono stati creati in laboratorio con tecniche di ingegneria genetica da un team del Cold Spring Harbor Laboratory, progettati proprio per essere coltivati in luoghi non adatti alla crescita della piante, per esempio in cima a un grattacielo o su Marte.

Pomodori a grappolo

Più che pomodori sembrano un colorato, corposo bouquet di fiori, oppure un grappolo d’uva. Le piantine sono molto più basse di quelle che siamo abituati a veder crescere negli orti nostrani e non si arrampicano sui viticci. I frutti, poi, assomigliano a pomodori ciliegini: “Hanno dimensioni molto piccole e un buon sapore”, precisa Zach Lippman, uno degli autori della ricerca, “ma ovviamente tutto dipende dalle preferenze personali”.

Come spiegato su Nature Biotechnology, per ottenere queste particolari caratteristiche i ricercatori hanno dovuto modificare alcuni geni, responsabili della crescita riproduttiva, della dimensione delle piante e della lunghezza degli steli.

In particolare gli scienziati sono intervenuti sui geni Self Pruning (Sp) e Sp5g per velocizzare la crescita delle piante accelerando anche fioritura e produzione di frutti, che infatti possono essere gustati in meno di 40 giorni. Tuttavia quando si toccano questi geni si rimette in gioco tutto il sistema-pianta, alterando la produzione degli zuccheri e la loro distribuzione. Per questo i ricercatori sapevano che era importante riarmonizzare la pianta e hanno individuato il gene Sier, che controlla la lunghezza degli steli. La mutazione di Sier – introdotta grazie alla tecnica di editing del dna Crispr – unita alle altre modifiche si è dimostrata adatta allo scopo.

Abbondanza sostenibile

Piccole piantine che danno tanti buoni frutti in poco tempo sono una soluzione vincente, secondo gli autori della ricerca. “Possiamo produrre colture in nuovi modi, senza dover sfruttare ulteriormente il suolo o aggiungere fertilizzanti che inquinano fiumi e corsi d’acqua”, commenta Lippman. “Ecco una valida alternativa per riuscire rispondere alla sempre più crescente richiesta di cibo e ridurre la produzione di anidride carbonica.

Pomodori extraterrestri

A quanto riferiscono gli autori anche la Nasa si sarebbe dimostrata molto interessata ai nuovi pomodori geneticamente modificati: in vista delle future missioni spaziali di lunga durata gli astronauti dovranno poter coltivare alimenti freschi e nutrienti, avendo a disposizione poco spazio e poche risorse. I pomodori a grappolo, se si riuscirà a replicare l’esperimento e magari applicare la stessa tecnologia anche ad altre specie, potrebbero davvero essere una nuova frontiera dell’agricoltura, non solo sul nostro pianeta.

Potrebbe interessarti anche





Source link