da Hardware Upgrade :
Nella nottata di oggi avvenuto lo storico impatto tra la sonda spaziale NASA DART e l’asteroide Dimorphos che sar al centro di una nuova serie di studi che consentiranno di capire come riuscire a realizzare una difesa planetaria efficace in grado di deviare oggetti celesti che potenzialmente potrebbero causare gravi danni al nostro Pianeta. Questa missione era “solamente” un test in quanto l’obiettivo non era effettivamente un pericolo per la Terra, ma era anche importante per mettere le basi prima di pensare a soluzioni pi complesse.
Alle 16:00 di oggi si tenuta la conferenza stampa di ASI, INAF e Argotec che ha avuto come ospite d’eccezione Thomas Zurbuchen (amministratore associato della NASA) che ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto dall’Italia nella missione e come il nostro Paese si possa fregiare di essere tra le poche nazioni a svolgere operazioni automatizzate nello Spazio profondo. Una missione di successo che ha avuto un ruolo in “prima fila” per osservare l’impatto della sonda contro l’asteroide.
Le immagini di LICIACube dell’impatto di NASA DART
Come spiegato durante la conferenza, il lavoro stato complesso anche per l’impossibilit di agire direttamente sul Cubesat durante le fasi culmine affidandosi ad algoritmi e all’Intelligenza Artificiale (con una rete neurale). Tutto per andato come sperato e previsto riuscendo a catturare le immagini che permetteranno di studiare l’impatto da molto vicino, pi di quanto sia stato possibile fare da Terra oppure dal JWST.
In basso a sinistra Didymos mentre in alto a destra (pi scuro) Dimorphos
Le immagini catturate da LICIACube (satellite di piccole dimensioni simile per alcuni aspetti ad ArgoMoon) dell’impatto di NASA DART serviranno a capire come l’asteroide ha reagito allo scontro, come la polvere si sollevata dal corpo celeste, a osservare la superficie dello stesso e a capire quanto l’orbita dell’asteroide stata modificata.
In alto il pennacchio di polveri che si sollevato dopo lo schianto di DART
Valerio Di Tana (Program Manager di Argotec) ha spiegato come la missione dello smallsat sia stata una sfida con uno sviluppo durato anni con tecnologia validata sia in orbita che nei laboratori sulla Terra. Del resto si trattava di arrivare molto vicini all’asteroide e, durante il rilascio avvenuto alcuni giorni fa, bisognava evitare di danneggiare la sonda NASA DART. L’AI stata ottimizzata successivamente al rilascio con l’ottimizzazione delle fotocamere, dell’elaborazione delle immagini e quindi in grado di “capire” in autonomia se effettivamente il bersaglio era inquadrato correttamente.
Altra immagine con le polveri sollevate dopo l’impatto della sonda
La verifica della modifica del periodo orbitale, che avverr con telescopi da Terra, potr avvenire nelle prossime settimane (si stima che verr modificato dell’1% riducendolo di circa 10 minuti) con LICIACube che fornir informazioni aggiuntive per capire se la strategia “dell’impatto cinetico”pu essere valida nel deflettere un asteroide pericoloso (ovviamente bisogner considerare massa e tipologia, ma questo solo l’inizio). Per quanto riguarda invece i Cubesat, hanno dimostrato di poter operare anche in missioni nello Spazio profondo aprendo nuovi scenari per il futuro con piattaforme pi compatte e meno costose rispetto a satelliti pi grandi e impegnativi.
Ultima immagine rilasciata per oggi con i due asteroidi e le polveri
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