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sabato, Giu 20

Ecco mini cervelli con il dna dei Neanderthal



Da Wired.it :

Un team di ricercatori ha realizzato mini cervelli usando il dna dei Neanderthal ancora presente nel genoma degli umani moderni per capirne gli effetti sullo sviluppo e la salute

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(foto: Pierre Andrieu/AFP via Getty Images)

Hanno il dna dei Neanderthal. Sono i mini cervelli appena messi appunto dai ricercatori dell’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia (Germania), in collaborazione con l’Università di Basilea (Svizzera), che servendosi delle cellule staminali e di organoidi in miniatura sono riusciti a creare mini cervelli che permetteranno di studiare gli effetti del dna dei Neanderthal, presente ancora nel genoma dell’essere umano moderno, sullo sviluppo e la salute. “Eravamo curiosi di sapere quanto del genoma dei Neanderthal potesse essere analizzato se avessimo avuto accesso alle cellule staminali delle persone giuste”, spiega alla Cnn l’autore dello studio Grayson Camp. Sebbene il dna dei nostri cugini sia presente per circa il 2% del genoma degli esseri umani moderni, prosegue l’esperto, “nessuno finora si era mai preso l’impegno di vedere quali effetti potesse avere”. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista Cell Stem Reports.

Per capirlo, i ricercatori hanno basato la loro analisi sulle cellule staminali provenienti dalla biobanca Human Induced Pluripotente Stem Cells Initiative (HipSci), in cui quasi tutte le linee cellulari provengono da persone di origine britannica e del Nord Europa, una popolazione provvista molto probabilmente da geni dei Neanderthal. “Abbiamo analizzato il genoma di ciascuno di questi individui, riuscendo a capire quali geni erano probabilmente derivati dai Neanderthal e quali no”, precisa Camp. “Per individuo, abbiamo stimato che c’è tra l’1% e il 4% del genoma derivato dai Neanderthal”. Nella maggior parte dei casi, spiegano i ricercatori, si parla di geni associati al colore della pelle e dei capelli, al sistema immunitario e al sistema digerente.

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(illustrazione: Petra Korlevi)

Da qui, il team ha coltivato in provetta quattro linee cellulari (nutrendole con un fattore di crescita) per generare gli organoidi cerebrali, mini cervelli in 3D composti da tessuto cerebrale di solo pochi millimetri e appena visibili a occhio nudo. Ricordiamo che gli organoidi sono in grado di imitare in modo piuttosto semplice molti organi umani e vengono utilizzati per comprendere meglio alcune patologie e testare gli effetti di farmaci e terapie in modo sicuro. “I ricercatori hanno già creato e analizzato organoidi da cellule umane prima d’ora, ma proprio nessuno si era mai preso la briga di vedere cosa potesse fare il dna dei Neanderthal”, spiega Camp. Tuttavia, ci tiene a precisare l’esperto, questi organoidi non sono cervelli di Neanderthal coltivati in laboratorio, bensì cellule umane che hanno il genoma dei Neanderthal naturalmente. “Questo è completamente diverso da quello che succede in Jurassic Park. Si tratta più di studiare il meccanismo che cercare di ricreare qualcosa che non esiste più”, aggiunge l’esperto.

In futuro, concludono i ricercatori, altri tessuti del corpo potrebbero essere coltivati e studiati in questo modo per cercare di comprendere come i tratti di Neanderthal possono aver plasmato i nostri, come quelli dell’apparato digerente e della risposta immunitaria. “Gli organoidi possono essere utilizzati per studiare una serie di diversi processi evolutivi e fenotipi controllati dal dna dei Neandertal, inclusi il tratto digerente, la funzione neurale e la risposta immunitaria ai patogeni”, spiega l’esperto. Tuttavia, servirà ancora molta ricerca prima che questa tecnica possa fornire dati interessanti. “È difficile fare questi esperimenti in modo corretto, perché non ci si aspetta che ci siano grandi differenze: Neanderthal e umani moderni erano in fondo molto simili. Inoltre, questi sistemi di cultura devono ancora essere perfezionati”, conclude Camp.

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[Fonte Wired.it]