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lunedì, Set 30

Ecco un buco nero che distrugge una stella


Una stella si avvicina troppo a un buco nero supermassiccio e viene letteralmente fatta a brandelli. Alcune parti cadono dentro al buco nero mentre altre formano il disco di accrescimento. La scoperta spettacolare dei telescopi Asas-Sn insieme al satellite Tess e altri satelliti

Dopo essere passata troppo vicino a un buco nero, una stella viene frantumata in un getto di materiale gassoso che viene poi attirato dal buco nero e si schianterà su questo corpo. (foto: illustrazione di Robin Dienel, cortesia di the Carnegie Institution for Science)

Meglio non avvicinarsi troppo a un buco nero. Un gruppo internazionale di astronomi ha potuto osservare dal vivo cosa succede a una stella che sfiora un buco nero supermassiccio, che viene letteralmente fatta a brandelli. La drammatica fine dell’astro è stata scoperta e ricostruita da un team internazionale attraverso una vasta rete di telescopi insieme ad alcuni satelliti, fra cui in particolare  Tess dalla Nasa. In questo caso la realtà supera la fantasia e un buco nero viene visto in azione con tutta la sua potenza distruttiva. I risultati sono pubblicati su the Astrophysical Journal. Il video seguente della Nasa contiene una spettacolare animazione con alcune immagini dell’evento della distruzione della stella ottenute da Tess.

Crediti: Nasa’s Goddard Space Flight Center

La stella fatta a brandelli dal buco nero

Di nuovo i buchi neri sono al centro della scena scientifica e stanno facendo storia nell’astronomia, dalla prima foto alla recente nuova simulazione della Nasa. Quello che fino a poco tempo fa era possibile soltanto nell’immaginazione, oggi diventa visibile – ed è una delle prime volte in cui questo accade – grazie ad osservazioni astronomiche sempre più avanzate.

Ma cosa si vede nella ricostruzione di oggi? C’è una stella che passa molto vicino al buco nero grandissimo, con una massa 6 milioni di volte più alta di quella del Sole – il tutto avviene a 375 milioni di anni luce distante da noi. L’incontro fra la stella e il buco nero ha dato luogo a quello che viene definito dagli astronomi un “tidal event distruption” (un “evento di distruzione tidale”) e classificato con la sigla Tde – fino ad ora sono pochi i Tde rilevati. Si tratta di un evento rarissimo, spiegano gli scienziati della Nasa, che avviene una volta ogni 10mila o 100mila anni in una galassia. Di fatto l’enorme gravità del buco nero – una sorta di imbuto nella trama dello spaziotempo che non lascia sfuggire niente, né materia né luce – fa sì che la stella venga attratta e completamente frantumata e divorata. Parte del materiale che la compone viene sparato nello spazio, una parte cade nel buco nero e una terza parte, fatta di materiale gassoso, va a comporre un disco caldissimo e brillante, intorno al buco nero, detto disco di accrescimento. Anche questo è frutto dello smembramento della stella.

La luminosità del disco aumenta fino a raggiungere un picco per poi diminuire: lo studio di questo fenomeno e di come evolve questo disco è importante anche per capire qual è il comportamento di un buco nero supermassiccio – si stima che quasi ogni galassia ne abbia uno nel suo centro.

La scoperta

L’evento è stato scoperto il 21 gennaio 2019 da una rete di 20 telescopi sparsi su tutto il globo, la All-Sky Automated Survey for Supernovae (Asas-Sn) e denominato Asassn-19bt. Questi telescopi, che nascono per l’osservazione delle supernove, hanno una capacità unica di rilevare eventi esplosivi e rari nel cielo, come quello di oggi. Caso ha voluto, poi, che proprio nell’area del cielo in cui avveniva il tutto fosse in attività il satellite Tess, lanciato nell’aprile 2018 dalla Nasa, che ha potuto monitorare il fenomeno e registrare immagini di ciò che stava accadendo ogni 30 minuti per mesi, consentendo agli astronomi di ricostruire la dinamica della distruzione della stella.

Un evento più unico che raro

La fortuna è che gli astronomi hanno potuto studiare l’evento già prima (per la precisione 42 giorni prima) che la luminosità del disco avesse raggiunto il suo massimo. “Solo una manciata di eventi Tde sono stati scoperti prima che avessero raggiunto il loro picco di luminosità”, sottolinea Thomas Holoien, primo autore del paper, dei Carnegie Observatories a Pasadena, in California, “e questo è stato individuato pochi giorni prima che iniziasse a brillare”. Lo studio della luminosità è importante anche per capire qual è il comportamento di un buco nero supermassiccio quando divora un oggetto celeste. Tess e altri satelliti hanno poi potuto analizzare il cielo e la luce in diverse lunghezze d’onda – la luce visibile, ultravioletta (col supporto del satellite Swift) e nei raggi X (insieme al satellite Xmm-Newton).

Ma non è tutto. Dalle indagini dei satelliti risulta infatti che la temperatura del materiale diminuisce bruscamente del 50% in un tempo molto breve, un elemento anomalo che non è mai stato rilevato in eventi di questo genere. Per questo gli scienziati approfondiranno questo fenomeno inedito, che non mancherà di aiutarci a capire meglio cosa succede nel mondo ancora abbastanza misterioso dei buchi neri.

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