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mercoledì, Nov 20

Eco Menu, il decalogo di Greenpeace per la spesa sostenibile


Dall’avocado alla spesa sfusa, il decalogo di Greenpeace per comprare e mangiare sostenibile

(foto: Pexels)

“Non mangiare nulla che tua nonna non riconoscerebbe come cibo”. Greenpeace lancia una guida per comprare e mangiare sano e sostenibile. Un decalogo che, dalle uova agli imballaggi, dalla verdura di stagione all’avocado, suggerisce come scegliere sugli scaffali dei negozi quello che finirà nei nostri piatti.

L’Eco Menu di Greenpeace, ong mondiale ambientalista e pacifista, è un comodo bigino della corretta alimentazione in dieci punti (si può scaricare qui), che invita a leggere le etichette e a riflettere prima di riempire il carrello di cibi dannosi per il pianeta e per la salute. Ecco il decalogo.

1. Frutta e verdura di stagione

Il consiglio è di comprare solo frutta e verdura di stagione, meglio se biologica (evitando l’uso di pesticidi nocivi per la salute e l’ambiente) e di produzione locale. In autunno, per esempio, via libera a clementine, cachi, melograni, broccoli, radicchio, zucca…

2. Ridurre il consumo di carne 

Il consumo di carne e suoi derivati andrebbe ridotto quanto più possibile (gli allevamenti sono una delle maggiori cause di inquinamento). Anche senza diventare vegetariani o vegani, ci si dovrebbe limitare a una o due porzioni a settimana. Attenzione poi alle etichette: non esiste l’obbligo di specificare il tipo di allevamento, quindi il consiglio è di rivolgersi a produttori che si conoscono (per esempio andando direttamente in cascina o usando i gas, gruppi di acquisto solidale, come l’Alveare che dice sì).

(foto: Pexels)

3. Uova da galline allevate all’aperto

È bene scegliere uova da allevamento biologico all’aperto. Per capire come vivono le galline che hanno deposto le uova, basta guardare il primo numero del codice stampato su ogni uovo (che indica anche la provenienza e la data). Lo 0 indica allevamenti all’aperto biologici, il numero 1 allevamenti all’aperto intensivi, il numero 2 allevamenti a terra, il numero 3 allevamenti in gabbia.

4. Limitare il consumo di latte e derivati

Anche latte, formaggi & co vanno limitati a 600 grammi a settimana. E anche in questo caso si consiglia di privilegiare gli allevamenti ecologici, in cui gli animali sono allevati all’aperto e la loro alimentazione è basata principalmente sul pascolo e sui residui agricoli (evitando le monoculture di soia e mais per sfamare gli animali).

5. Scegliere pesce locale pescato con metodi artigianali 

Anche l’etichetta del pesce dice molto sulla sua sostenibilità: il metodo di produzione (pescato o allevato), l’attrezzo di pesca, la zona di cattura… Il consiglio è di optare per pesce di stagione, locale e pescato in modo artigianale.

6. Scegliere la qualità invece della quantità 

Il suggerimento di Greenpeace è di evitare il cibo sotto costo. Pezzi stracciati spesso sono possibili grazie allo sfruttamento dei lavoratori e all’uso massiccio di erbicidi e insetticidi.

(foto: Pexels)

7. Occhio alle mode alimentari 

Avocado-mania? Quinoa in ogni piatto? Ananas tutto l’anno? Attenzione agli ingredienti di moda, che spesso arrivano da lontano e che portano alla creazione di monoculture nei paesi che li producono.

8. Scegliere le proteine vegetali 

In alternativa alla carne e ai latticini, un’ottima fonte di proteine vegetali sono i legumi (fagioli, ceci, lenticchie, fave, piselli…), la frutta secca (noci, mandorle, nocciole…) e alcuni cereali.

9. Meglio la spesa sfusa

Per limitare l’inquinamento e gli sprechi, è bene cercare di evitare i cibi imballati preferendo la spesa sfusa. Portare con sé una borsa di cotone significa inoltre evitare di usare sacchetti di plastica non necessari.

10. Evitare i cibi processati 

“Non mangiare nulla che tua nonna non riconoscerebbe come cibo”: i cibi processati (dalle merendine ai piatti pronti) nascondono ingredienti difficili da riconoscere e spesso sono miniere di zuccheri, sale e calorie. Meglio optare per alimenti semplici, con pochi e riconoscibili ingredienti in etichetta.

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