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Eddington di Ari Aster è un viaggio splatter e surreale nella tensioni della società americana

da | Mag 17, 2025 | Tecnologia


Ari Aster arriva al Festival di Cannes con Eddington, un film che ci riporta al 2020, nel pieno della pandemia, in una cittadina immaginaria (Eddington, appunto, da cui il titolo) del New Mexico, ai margini di una riserva di nativi americani. La morte di George Floyd – ucciso brutalmente dalla polizia il 25 maggio 2020 a Minneapolis – sta per far esplodere le proteste pacifiche dei ragazzi della zona e altre molto meno pacifiche, mentre la disposizione sull’uso obbligatorio delle mascherine scatena un conflitto tra lo sceriffo Joe Cross (Joaquin Phoenix) che soffre di asma e che si rifiuta di indossarla – anche perché, dice, «a Eddington il virus non c’è» – e il sindaco Ted Garcia (Pedro Pascal), determinato a far rispettare la normativa.

Anche se, in realtà, la vera ragione della guerra che Cross sta per scatenare contro Ted ha a che fare con questioni più private che politiche, nello specifico con sua moglie Louise (Emma Stone).Louise da tempo soffre per le conseguenze psicologiche di un abuso sessuale e Cross è convinto che il responsabile sia proprio Ted che, anni prima, aveva avuto una relazione con lei. «Non l’ho neppure toccata e sei mesi dopo era incinta», si difende Ted con gli amici.

Comunque sia, Joe decide che è arrivata l’ora di sfidare il sindaco alle nuove elezioni comunali e usa tutti i mezzi possibili – a cominciare dai social ovviamente – per convincere i suoi concittadini a votarlo. Arrivando a trasformare la stazione di polizia in un comitato elettorale e gli agenti che lavorano con lui in supporter e pierre con il compito, tra gli altri, di suggerire slogan efficaci.

Ma le cose si complicano ulteriormente quando Louise e sua madre Dawn (Deirdre O’Connell), che da mesi si è stabilita a vivere a casa loro con la scusa dei lockdown e che indottrina la mente già confusa della figlia con tutta una serie di teorie complottiste, decide di accompagnarla a un incontro con Vernon (Austin Butler), una specie di santone che guida una setta di vittime di abusi sessuali. Con il risultato di mandare definitivamente in rovina il matrimonio fra Louise e Joe.

Ma Eddington è tutto meno che un dramma sentimentale o familiare. Ari Aster, diventato noto per horror come Hereditary – Le radici del male (2018) e Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019), mette in scena una parodia della società americana che, nella seconda parte del film, si trasforma in un surreale viaggio splatter, con tanto di droni da combattimento, bombe, armi di distruzioni di massa e coltelli affondati nel cranio.

Eddington di Ari Aster è un viaggio splatter e surreale nella tensioni della società americana

Tante, forse troppe, le idee che il regista mescola nella trama. Intanto, le tensioni razziali e il movimento Black Lives Matter che usa come sponda per prendere in giro i giovani democratici bianchi in piena crisi identitaria («Non toccherebbe a me essere qui a parlare», ripetono nel corso dei loro sit-in di protesta e ragionano sulla necessità di combattere l’egemonia bianca di fronte ai loro genitori quanto meno perplessi). Tensioni che racconta anche attraverso le battute fuori dal politicamente corretto degli agenti di polizia che discettano su come «i neri detestino gli ispanici persino più dei bianchi» e che non si fanno remore di prendere per in giro i colleghi nativi americani che, secondo loro, non sarebbero all’altezza di investigare su nulla che non sia «qualche lite scatenata dall’alcol in uno dei casinò sul loro territorio».



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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