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Lo scorso giovedì 25 luglio, Joaquín Guzmán López, figlio del noto boss del Cartello di Sinaloa Joaquín El Chapo Guzmán, e Ismael “El Mayo” Zambada sono stati arrestati in un’operazione a sorpresa degli agenti statunitensi. L’azione si è svolta presso un piccolo aeroporto municipale vicino a El Paso, in Texas, dove un Beechcraft King Air, veivolo ad elica, stava per attraversare il confine tra Stati Uniti e Messico. Guzmán López aveva pianificato di consegnarsi alle autorità statunitensi al momento dell’atterraggio, ma ha anche coinvolto Zambada, che non era a conoscenza del piano e ha creduto di essere in viaggio per un’ispezione di terreni nel nord del Messico. L’arresto di Zambada è considerato un colpo significativo per le autorità statunitensi, che avevano messo una taglia di 15 milioni di dollari per le sue cattura. Guzmán López, invece, ne aveva una di 5 milioni. Entrambi ora dovranno affrontare numerosi processi negli Stati Uniti.

Il Messico è stato informato degli arresti, ma le autorità del paese non hanno partecipato direttamente all’operazione. Il presidente messicano uscente Andrés Manuel López Obrador aveva infatti adottato un approccio cauto nel contrastare i potenti cartelli locali, limitando la cooperazione in materia di sicurezza con le autorità statunitensi per timore che un approccio più diretto potesse innescare una maggiore violenza nel paese.

Chi è Zambada?

Ismael Zambada García, noto anche come “El Mayo,” è un importante narcotrafficante messicano. È uno dei leader principali del Cartello di Sinaloa, uno dei gruppi di traffico di droga più potenti e violenti del Messico. Zambada García è noto per la sua lunga carriera nel crimine organizzato, iniziata negli anni ’80. Nonostante le accuse di traffico di droga, omicidi e altre attività illecite, ha mantenuto un basso profilo pubblico per molti anni, il che ha contribuito alla sua reputazione di astuto stratega. Ha avuto un ruolo chiave nella gestione e nella distribuzione di droga a livello internazionale, e la sua influenza si estendeva oltre i confini del Messico. Zambada, oggi settantenne e su una sedia a rotelle, ha dichiarato la propria innocenza rispetto alle gravi accuse che gli vengono rivolte, tra cui associazione a delinquere continuata, cospirazione per l’importazione di narcotici e riciclaggio di denaro. Il suo avvocato, Frank Perez, ha sostenuto che Zambada è stato “rapito con la forza” da Guzmán López e portato negli Stati Uniti contro la sua volontà.

Perché è stato tradito?

Le indagini finora condotte dall’Fbi e dall’Hsi (Homeland security investigations) suggeriscono che Guzmán López potrebbe aver tradito Zambada per ottenere un accordo di patteggiamento più favorevole con le autorità statunitensi. Secondo Matthew Allen, ex agente speciale responsabile della divisione dell’HSI in Arizona, i trafficanti più giovani, come Guzmán López, sembrano considerare la resa e la collaborazione con le autorità un’opzione migliore rispetto al rischio di morte o di lunghe condanne.

Ma è probabile che ci sia in gioco anche un accordo in favore del fratello di Joaquín, Ovidio, figlo anche lui dell’attuale matrimonio di El Chapo. Nel 2019, infatti, l’esercito messicano arrestò Ovidio, ma fu costretto a rilasciarlo dopo che centinaia di membri del cartello di Sinaloa bloccavano le strade e ingaggiavano scontri a fuoco con i soldati a Culiacán. Ovidio fu però nuovamente arrestato nel gennaio 2023 ed estradato negli Stati Uniti nel settembre dello stesso anno.



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