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venerdì, Mar 01

El Niño nei prossimi mesi porterà un caldo da record



Da Wired.it :

El Niño, il fenomeno climatico ciclico il cui arrivo è stato segnalato fra maggio e giugno dello scorso anno, potrebbe causare temperature medie globali da record nel corso dei prossimi mesi, fino a giugno. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Scientific Reports e condotto da un team di scienziati guidato da Congwen Zhu della Chinese Academy of Meteorological Sciences di Pechino, in collaborazione con numerosi altri scienziati di istituzioni meteorologiche e università cinesi, statunitensi e svedesi. Secondo i risultati, le aree maggiormente interessate saranno il Golfo del Bengala e le Filippine, con una possibile estensione al Mar dei Caraibi, al Mar Cinese Meridionale, all’Amazzonia e all’Alaska. Il modello messo a punto dai ricercatori stima una probabilità del 90% per il verificarsi di temperature superficiali medie globali da record nel caso in cui il fenomeno si manifesti con caratteristiche moderati o forti.

Lo studio

El Niño è un fenomeno climatico ciclico che si verifica in media ogni 2-7 anni e che dura tipicamente dai nove ai 12 mesi, anche se può capitare che si protragga per anni, spiegano gli esperti dell’agenzia statunitense Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration). El Niño comporta un riscaldamento delle acque superficiali di alcune aree dell’Oceano Pacifico, influenzando potenzialmente le condizioni meteorologiche dell’intero Pianeta.

Gli autori dello studio hanno simulato gli effetti collegati a El Niño che potrebbero verificarsi fra luglio 2023 e giugno 2024, utilizzando un modello che tiene in considerazione anche diversi fattori atmosferici e ambientali, fra cui le emissioni di gas serra e quelle dovute alle eruzioni vulcaniche. Secondo il modello, quando si verifica un El Niño moderato sono soprattutto il Golfo del Bengala e le Filippine a registrare temperature medie superficiali particolarmente elevate. Se invece il fenomeno si verifica con caratteristiche forti, le aree interessate si estendono anche al Mar dei Caraibi, al Mar Cinese Meridionale all’Amazzonia e all’Alaska.

Le conseguenze

Ma gli effetti di El Niño potrebbero avere ripercussioni sulle temperature medie dell’intero Pianeta: il modello messo a punto dai ricercatori stima infatti che fino a giugno si possano registrare temperature globali nettamente superiori alla media con una probabilità del 90% nel caso in cui il fenomeno si manifesti con caratteristiche moderati o forti.

“Questo caldo imminente – scrivono gli autori, riferendosi alle previsioni per i mesi a venire – aumenta il rischio di ondate di calore marine durante tutto l’anno e accresce la minaccia di incendi e altre conseguenze negative in Alaska e nel bacino amazzonico, rendendo necessarie misure strategiche di mitigazione per ridurre al minimo i potenziali impatti peggiori”.

Si tratta di effetti che vanno a sommarsi a quelli legati al cambiamento climatico, come riferisce all’Ansa Lorenzo Giovannini, esperto di fisica dell’atmosfera e docente presso l’Università di Trento. Fortunatamente, secondo le previsioni del Noaa la fine di El Niño è prospettata con una probabilità del 79% per il periodo compreso fra aprile e giugno di quest’anno, con La Niña, la controparte che produce effetti opposti a El Niño in questa ciclica oscillazione, che potrebbe iniziare già fra giugno e agosto.



[Fonte Wired.it]