Dopo lo stop ai motori endotermici entro il 2035 deciso dalla Commissione europea, auto, trasporti e mobilità sono temi entrati nei programmi di tutti i partiti per le elezioni europee, anche in quelli delle forze non ambientaliste, che di solito sono le uniche a presentare proposte dettagliate in merito. Il caro energia legato alla guerra in Ucraina ha aumentato i costi dei carburanti. Le auto elettriche, però, in Italia e in altri paesi non sfondano. E recentemente, come raccontato da Wired, la Corte dei Conti europea ha spiegato che anche a livello continentale la realtà è ben più complessa di quanto ci piacerebbe. Per abbandonare i motori termici come previsto dall’Europa mancano colonnine di ricarica a sufficienza, ma non solo: il passaggio alla nuova alimentazione elettrica comporterebbe una rinnovata dipendenza da terre rare e materiali critici di cui il Vecchio continente non dispone. Per non parlare del riciclo, la cui filiera non è pronta ad assorbire milioni di batterie esauste (che, peraltro, non possono essere smontate da robot: manca uno standard unificato, ed è quindi necessario un intervento, ad alto rischio, dell’uomo).
Ci sono poi il fattore economico e quello culturale: la macchina privata è sinonimo di libertà, e non è facile rinunciarvi per un Paese come l’Italia, dove oltre a possederne più di qualunque altro in relazione alla popolazione, è diventato un vanto nazionale. Così, mentre le destre frenano, Movimento 5 Stelle e Alleanze verdi e sinistra mettono a fuoco la questione con alcune proposte meritorie. Fa rumore, invece, il silenzio del Partito democratico, perché il tema è divisivo ed è tra quelli che possono orientare il voto. Peccato, perché sarebbe interessante sapere cosa intende fare a riguardo il partito di Elly Schlein. Vediamo nel dettaglio le proposte.
Azione
Azione, il partito di Carlo Calenda, frena sullo stop ai motori endotermici. “Nonostante il Net-Zero Industry Act [un piano industriale per l’economia pulita, ndr] miri a mitigare la perdita di competitività di alcune imprese europee – si legge nel programma -, un cambio accelerato e obbligato ad una tecnologia diversa dal motore a combustione interna cancellerà il vantaggio tecnologico europeo in diversi settori, come quello dell’automotive. I leader europei del settore rischiano nel migliore dei casi di diventare dipendenti dai propri fornitori cinesi per la tecnologia elettrica, nel peggiore di essere soppiantati anche nel mercato domestico europeo nella vendita di veicoli elettrici”.
La soluzione è “ripensare la strategia sui materiali rari e le filiere green, investendo in ricerca e sviluppo di tecnologie green che utilizzino materiali più disponibili e potenziare l’estrazione di quelli rari”. Si propone, inoltre, di “rivedere il cronoprogramma per i veicoli a basse emissioni vincolando l’entrata in vigore dei divieti di vendita alla realizzazione di un’infrastruttura di ricarica delle auto elettriche diffusa sul territorio, valutando una politica di stimolo della domanda tramite incentivi economici piuttosto che tramite divieti, adottando un piano comunitario per le stazioni di ricarica”. Si parla, inoltre, di consentire la vendita di veicoli con motori alimentati tramite biocarburanti dopo il 2035 (almeno in modalità ibrida) con revisione del piano ogni tre anni e di incentivare la conversione della filiera automotive anche grazie l’emissione di debito comune, sul modello del Piano di ripresa e resilienza.
Forza Italia
“Difendere casa, proprietà e auto”, recita il punto numero cinque del programma, e il riferimento è, ovviamente, al bando ai motori endotermici. Si parla di “tutelare la filiera dell’automotive” sostenendo le imprese che “hanno visto smantellata la rete di fornitori italiani dedicati al nostro settore di punta dopo le follie ideologiche sostenute dalla sinistra”. Si propone, inoltre, di “garantire incentivi per motori endotermici di ultima generazione verso una consistente riduzione delle emissioni di carbonio” e “sostenere lo sviluppo di carburanti alternativi, tecnologie a idrogeno e nuovi sistemi di alimentazione per veicoli (“Carburanti CO2 neutri” inclusi anche biofuel e e-fuel)”.
Movimento 5 Stelle
I pentastellati sono da sempre attenti ai temi della mobilità, e il programma delle elezioni europee, anche questa volta, non smentisce la tradizione. “È importante facilitare l’interscambio tra le diverse modalità di trasporto” scrive il partito di Giuseppe Conte. Che prosegue: “Sarà fondamentale il sostegno finanziario allo sviluppo di connessioni di ultimo miglio tra le reti ferroviarie in Italia e in Europa direttamente ai siti industriali. Lo scenario che promuoviamo è la realizzazione di connessioni dirette per esempio dal porto al sito industriale e viceversa in sinergia con la strategia di sviluppo con il sistema portuale, interportuale, aeroportuale e retroportuale. In questo scenario il sistema ferroviario faciliterebbe gli obiettivi di transizione ecologica, sostenendo l’evoluzione del sistema industriale”.