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sabato, Nov 07

Elezioni Usa, le ultime da Arizona, Nevada, Georgia e Pennsylvania



Da Wired.it :

Un riepilogo della situazione a pochi passi dal traguardo: cosa sappiamo e che può succedere. Non è ancora detta l’ultima parola, anche se è difficile che Trump se la cavi

Ancora non c’è la vittoria. La sfida tra Donald Trump e Joe Biden  è tuttora in corso in Arizona, Georgia, Nevada, North Carolina, Alaska e Pennsylvania. Il Partito democratico è in vantaggio in quattro di questi stati, mentre i Repubblicani potrebbero conquistare la North Carolina e Alaska, che però valgono ben poco. In sostanza, il margine di vittoria per Trump si assottiglia, mentre quello di Biden aumenta, ma il risultato resta incerto visto che mancano ancora dei voti da contare (voti legali, nonostante le sparate del presidente in carica e le accuse di brogli). Quando sarà chiusa la partita? Non si sa ancora, purtroppo, perché gli spogli proseguono a rilento.

Intanto Joe Biden, nel primo discorso ufficiale dopo la tanto criticata conferenza stampa di Donald Trump, ha invitato a tenere la calma e avere pazienza, sicuro della vittoria. Sì, perché a lui basta ottenere in Pennsylvania per vincere la presidenza, oppure in Arizona e in Nevada, o infine in Georgia e un altro stato qualsiasi, mentre per il candidato repubblicano la strada è molto più in salita.

 

Su questa pagina potete tenere monitorata la situazione, di cui riepiloghiamo gli ultimi aggiornamenti, man mano che escono.

Pennsylvania

È uno degli stati più importanti in queste elezioni: se Biden dovesse vincere i 20 grandi elettori in palio, avrebbe in tasca la presidenza e la situazione in tutti gli altri stati diventerebbe ininfluente. Peccato che lo scrutinio dei voti vada a rilento e l’impasse rischi di risolversi in diversi giorni. Al momento, però, si registra un vantaggio di Biden su Trump (49,6 contro 49,1%); mancherebbero intorno ai 100mila voti, prevalentemente in aree democratiche.

Arizona

I voti in palio per il Collegio elettorale sono 11. Il vantaggio di Biden su Trump si è ridotto (49,6% contro 48,7%), e secondo il New York Times il presidente uscente ha raggiunto la percentuale di cui aveva bisogno per riuscire a riacciuffare Biden. Per i prossimi decisivi aggiornamenti sembra essere importante la contea di Maricopa, dove si trova la capitale Phoenix e dove Biden è avanti qualche migliaio di voti.

I funzionari elettorali dello stato fanno i conti da giorni con proteste organizzate (e armate) dei supporter di Trump, che chiedono un conteggio dei voti che non danneggi il loro candidato.

La campagna di Trump ha trascorso le ultime settimane in Arizona, cercando strenuamente di impedire a questo stato – da anni in fase di profondi cambiamenti demografici: tradizionalmente bianco, gli ispanici ora rappresentano un quarto del suo elettorato – di scegliere un democratico come presidente per la prima volta dal 1996. 

Nevada

I voti in palio per il Collegio elettorale sono 6, e anche qui il distacco è minimo: Biden al 49,8% e Trump al 48%. Restano decine di migliaia di voti per corrispondenza (di tendenza più facilmente democratica, come abbiamo visto) e le schede provvisorie. Qui si è deciso di prendersi più tempo per finire il conteggio delle schede e ancora si aspettano notizie definitive.

Il Nevada è uno degli stati più contesi nella corsa presidenziale – anche se nessuno avrebbe scommesso su una sua importanza così centrale – e Trump spera di rivalersi della sconfitta patita a vantaggio di Hillary Clinton nel 2016. Il vantaggio costante di Biden nei sondaggi sottolinea le dinamiche mutevoli di questo swing state con un elettorato diversificato. La pandemia di coronavirus quest’anno ha danneggiato gravemente il Nevada, che vive degli indotti del turismo, facendo crescere gravemente la disoccupazione. Anche qui si segnalano manifestazioni di protesta di marca trumpiana.

Georgia

I voti in palio per il Collegio elettorale sono 16. Dopo un vantaggio di Trump più ampio – sui 100mila voti – durato a lungo, Biden ha chiuso il gap con l’avversario: gli ultimi dati parlano di addirittura di un sorpasso, con le percentuali quasi appaiate (49,4% per Biden e 49,3% per Trump) e meno del 2% dei voti da registrare. Il margine è talmente stretto che il segretario di stato della Georgia ha già anticipato che i voti subiranno una seconda conta.

La risalita di Biden è stata guidata dalla contea di DeKalb e le altre contee nei sobborghi della capitale Atlanta, toccate da Biden durante la campagna elettorale e dotate di una demografia più diversa rispetto alle aree rurali.

Nella contea di Fulton, quella della capitale Atlanta, prevalentemente democratica, Biden ha guadagnato terreno, e lo stesso è successo in quella di DeKalb, anch’essa parte dell’area metropolitana dello stato.

La Georgia è stata a lungo una roccaforte repubblicana, diventando per i democratici un luogo tabù sia per la corsa presidenziale che per la lotta per il controllo del Senato. Il presidente Trump ha vinto lo stato per cinque punti percentuali nel 2016 e nessun democratico è riuscito a conquistarlo dal 1992.

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[Fonte Wired.it]