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Email, browser e ricerche, le migliori alternative europee alle big tech per proteggere la privacy

da | Giu 1, 2025 | Tecnologia


Vanno però fatte alcune precisazioni. Nonostante molti dei servizi in questo articolo abbiano sede al di fuori degli Stati Uniti, è possibile che alcuni di loro si affidino a servizi delle big tech: come risultati o indici nel caso dei motori di ricerca, oppure software e servizi (come il cloud hosting) quando si parla di aziende. Prendere totalmente le distanze dalla tecnologia a stelle e strisce, insomma, potrebbe non essere così semplice.

Browser

Anche se forse Mullvad è più conosciuta per la sua vpn, nel 2023 l’organizzazione con sede in Svezia ha unito le forze con il servizio di anonimato digitale Tor per creare il Mullvad browser. Si tratta di un’opzione open source e disponibile solo su desktop, che dichiara di non raccogliere dati degli utenti e di prestare più attenzione alla privacy. È stato progettato per impedire di tracciare l’utente con il fingerprinting mentre si sposta sul web e offre anche una “modalità privataattivata per impostazione predefinita che isola i cookie. “La politica di Mullvad prevede che non vengano memorizzati log attività di alcun tipo“, specifica l’informativa sulla privacy. Il browser è pensato per funzionare con la vpn di Mullvad, ma è compatibile con qualsiasi altra virtual private network.

Wired US lo ha definito il miglior browser in circolazione. Disponibile sia in versione desktop che mobile, Vivaldi afferma di non profilare il vostro comportamento. “I siti che visitate, ciò che digitate nel browser, i vostri download, non abbiamo accesso a questi dati – afferma l’azienda con sede in Norvegia. Rimangono sul computer locale o vengono crittografati“. In più, Vivaldi blocca anche i tracker e i suoi server si trovano in Islanda, un paese che ha solide leggi sulla protezione dei dati. Nella sua politica sulla privacy infine la società specifica che anonimizza gli indirizzi ip e non condivide i dati di navigazione.

Motori di ricerca

Il motore di ricerca francese Qwant ha costruito il proprio indice di ricerca, esplorando oltre 20 miliardi di pagine. Dal momento che si tratta di un processo estremamente costoso e faticoso, molti motori di ricerca decidono di non crearsi un proprio indice, affidandosi invece ai risultati di ricerca di Google o Bing per poi arricchirli con dati e algoritmi propri. Qwant afferma di utilizzare Bing solo per “integrare” i risultati di ricerca che non ha indicizzato. Per il resto, il motore di ricerca dice di non utilizzare pubblicità mirate e di non memorizzare la cronologia delle ricerche. “I vostri dati rimangono riservati”, sottolinea l’azienda nella sua informativa sulla privacy.

Anche Mojeek ha costruito il suo indice web e definisce i suoi risultati di ricerca indipendenti al 100%”. Questo motore di ricerca del Regno Unito non traccia gli utenti e conserva solo alcune informazioni specifiche, come si legge nell’informativa sulla privacy. Il servizio utilizza i propri algoritmi per classificare i risultati di ricerca, senza affidarsi ai dati relativi ai clic o alla personalizzazione. Due persone che cercano la stessa cosa in paesi diversi quindi possono ottenere gli stessi risultati.

Startpage dichiara che quando un utente effettua una ricerca, la prima cosa che fa è rimuovere il suo indirizzo ip e i suoi dati personali. L’azienda dei Paesi Bassi non utilizza cookie e si appoggia a Google e Bing per fornire i risultati di ricerca, facendo però da “intermediario” tra l’utente e i provider. “Startpage invia la vostra richiesta a Google e Bing in modo anonimo e poi vi restituisce i risultati, privatamente – si legge sul sito –. Google e Microsoft non sanno chi ha effettuato la richiesta di ricerca”.

Il motore di ricerca non-profit Ecosia utilizza i suoi ricavi per piantare alberi. L’azienda tedesca si appoggia sui risultati di Google e Bing (si può scegliere tra le due opzioni nelle impostazioni) ed è impegnata anche sul fronte della privacy: dice di non raccogliere le informazioni degli utenti in misura eccessiva e di non utilizzare i dati di ricerca per personalizzare gli annunci. “Raccogliamo ed elaboriamo solo i dati necessari per fornirvi i migliori risultati di ricerca (che includono il vostro indirizzo ip, i termini di ricerca e i dati comportamentali della sessione)“, riporta il suo sito, specificando che le informazioni raccolte servono per ottenere i risultati di ricerca dai partner e a individuare le frodi. Alla fine del 2024, Ecosia ha avviato una partnership con Qwant per costruire una maggiore infrastruttura di motori di ricerca in Europa).

Email

La svizzera Proton è partita con un servizio di posta elettronica focalizzato sulla privacy per poi sviluppare una serie di applicazioni, tra cui cloud storage, documenti e una vpn per competere con Google. L’azienda afferma di non poter leggere i messaggi che transitano dalla casella di posta degli utenti e offre la crittografia end-to-end per le email inviate ad altri indirizzi ProtonMail, oltre a un’opzione per inviare comunicazioni protette da password ad account esterni. Blocca i tracker nelle email e offre diversi piani, sia gratuiti che a pagamento. L’informativa sulla privacy elenca le informazioni a cui l’azienda ha accesso, tra cui gli indirizzi email del mittente e del destinatario, gli indirizzi ip da cui provengono i messaggi, gli oggetti delle email e il momento dell’invio (nonostante le robuste leggi sulla privacy in vigore in Svizzera, il governo locale ha recentemente annunciato che potrebbe richiedere ai servizi criptati di conservare i dati degli utenti, una prospettiva a cui la società si è opposta).

Tuta, in passato nota come Tutanota, ha sede in Germania e dichiara di crittografare il contenuto delle email, gli oggetti, i calendari, le rubriche e altre informazioni contenute nella casella di posta. “Gli unici dati non criptati sono gli indirizzi di posta degli utenti, i mittenti e i destinatari”, specifica il sito dell’azienda, aggiungendo che nemmeno i suoi sviluppatori sono in grado di accedere alle chiavi di crittografia degli utenti. Come Proton, le email inviate tra gli account interni sono dotate di crittografia end-to-end ed è possibile inviare messaggi protetti da password agli altri provider. Tuta offre sia piani gratuiti che a pagamento.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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