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mercoledì, Gen 19

Energia, perché in Europa rischiamo che la crisi duri per tutto il 2022



Da Wired.it :

In questo contesto, la geopolitica dell’energia ritorna a reclamare una centralità unica. Il gas stoccato in Europa, i cui volumi sono al minimo storico per questo periodo dell’anno, rimane di gran lunga più conveniente di quello disponibile sul mercato. Perciò le utilities europee ne stanno facendo incetta, con il rischio di arrivare a fine febbraio/inizi di marzo con scorte al di sotto della soglia critica del 10%, provocando possibili blackout diffusi in tutto il continente.

Poca attenzione è stata anche data al fatto che i futures del gas si siano ormai allineati per tutto il 2022. Un primo sollievo è previsto soltanto per inizi 2023. La crescente speculazione finanziaria sulla crisi energetica ha portato i traders internazionali a scommettere ferocemente su gas ed elettricità nel 2021. Il tutto davanti una crisi che anche i più ottimisti anticipano potersi estendere sino alla metà del decennio. 

Sullo sfondo della crisi europea, le tensioni geopolitiche fra Russia e Ucraina e quelle sul gas fra Bruxelles e Mosca, non fanno altro che rendere ulteriormente instabile l’intero quadro.

In verde, la flottiglia di navi dirette sulla sponda orientale dell’Atlantico trasportando gas naturale liquefatto

Tom Marzec-Manser/ICIS

I rischi di una risposta tardiva

Con incertezze ormai diffuse, le autorità europee riunitesi a metà dello scorso dicembre non sono parse all’altezza delle sfide poste da questa crisi energetica. Oltre ai due opposti schieramenti pro-gas e pro-nucleare nella tassonomia verde europea, la presunta speculazione finanziaria sul sistema di scambio delle emissioni (Ets) ha fatto saltare il banco. Sull’argomento, i paesi dell’Est hanno attaccato frontalmente lo strumento prediletto dalla Commissione per abbattere le emissioni. Varsavia e Praga, fra le tante, appaiono decise a procedere con ricette nazionali (e ad alta concentrazione di emissioni) alla transizione energetica. Alla semestrale presidenza francese del Consiglio europeo spetta ora il difficile compito di usare ogni strumento diplomatico a sua disposizione per assicurare il programma Fit for 55 e la risoluzione della crisi.

Se sui consumatori sono scaricati infine i crescenti costi energetici, spetta alla politica fornire piani strategici e di lungo corso, capaci di assicurare una transizione sostenibile e risposte pragmatiche a livello strutturale all’attuale crisi. Se ciò non accadrà entro breve tempo, sempre alla politica spetterà l’onere di rispondere non solo alla crisi stessa, ma anche alla conseguente perdita di legittimità in materia energetica e ambientale in tutto il continente, con ripercussioni centrifughe e nazionali. Un pericolo che la transizione europea non può permettersi di correre.



[Fonte Wired.it]