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mercoledì, Set 02

Engage, il Game Boy a energia solare



Da Wired.it :

Un esperimento ha reso senza batteria una versione speciale della celeberrima console Nintendo

(Foto: )

Il Game Boy ha segnato un’epoca diventando il perfetto esempio di console portatile per giocare ovunque senza doversi portare dietro un oggetto troppo voluminoso. Dal debutto del best-seller Nintendo sono passati già più di trentanni ma il suo fascino resiste e stuzzica gli appassionati di microingegneria come l’olandese Jasper de Winkel che ha presentato una versione del tutto speciale perché senza batteria.

La particolare variante del Game Boy è stata chiamata Engage, ma ogni riferimento all’ibrido cellulare-console di Nokia è puramente casuale, sembra. Realizzata in casa nella cittadina di Delf nei Paesi Bassi dopo un lunghissimo lavoro di progettazione, la console Engage non necessita della batteria perché trae l’energia necessaria da due fonti.

In primo luogo dal sole grazie ai piccoli pannelli montati attorno allo schermo, che ricordano quelli delle calcolatrici. E in secondo luogo dai pulsanti meccanici, che utilizzano l’energia umana per alimentare il dispositivo. Va da sé che il mix delle due sorgenti è tanto più efficiente quanto il gioco è dinamico per via dell’azione rapida sui tasti (tipo Tetris o Super Mario, meno con i giochi Pokemon) e ci si pone sotto una buona illuminazione.

Come raccontato dallo stesso creatore del progetto, Engage si è cercato di mantenere un design del tutto simile all’originale, con la stessa posizione e forma dei vari tasti e il piccolo schermo nella parte superiore. Si è però dovuto sacrificare qualcosa per ridurre al minimo la richiesta energetica e la prima funzione persa è quella del sonoro. Insomma niente musichette stile chiptune.

Tutto è stato ingegnerizzato da zero con componenti moderni e il software è gestito da un emulatore Game Boy. La base del progetto è quella del “Intermittent computing” ossia di capacità di calcolo intermittente – fino a un lustro fa non possibile – che sfrutta sistemi per archiviare piccole quantità di energia necessarie per secondi di attività facendo a meno di batterie o pile che possono durare diverse ore fino a esaurimento. In futuro potrebbe essere impiegata per altri dispositivi come gadget indossabili.

Per il momento non è prevista una commercializzazione, ma non è da escludere. De Winkel ha preparato diversi esemplari colorati e li ha distribuiti al proprio team, che annovera ingegneri informatici come Josiah Hester della Northwestern University negli Usa e Przemysław Pawełczak e Vito Kortbeek appunto dell’Università Tecnica di Delft, città che sarà teatro (virtuale) della presentazione del progetto il prossimo 12 settembre presso la conferenza UbiComp organizzata dalla Association for Computing Machinery.

 

 

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[Fonte Wired.it]