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Esa NanoTech, la startup che vuole cambiare il modo di produrre il grafene

da | Giu 20, 2025 | Tecnologia


Un capannone di 300 metri quadrati, una macchina che sembra uscita da un laboratorio di fantascienza, e una promessa: aprire una nuova fase nel campo dei materiali avanzati. È stata inaugurata a Kilometro Rosso, polo dell’innovazione alle porte di Bergamo, la prima fabbrica di Esa NanoTech, la startup che vuole cambiare le regole nel campo del grafene

Dalla plastica al grafene, con gli impulsi laser

Fondata nel 2021 e oggi controllata al 68% da Lmdv Capital, il family office di Leonardo Maria Del Vecchio, Esa NanoTech ha una missione ambiziosa: produrre grafene in modo sostenibile, trasformando plastica di scarto in un materiale che promette di trasformare il settore dell’energia, della mobilità, della sensoristica e molti altri. Il cuore è la tecnologia Gleam, una “stampante” di grafene che, grazie a un sofisticato software proprietario, a un laser di precisione e senza i tradizionali processi chimici di esfoliazione, è in grado di riscrivere gli atomi di carbonio a partire da una base polimerica (come la poliimmide, per esempio), convertendoli in grafene.

Tutto questo avviene con un consumo energetico di circa 100W per macchina in una normale giornata di produzione. Un valore enormemente inferiore rispetto ai metodi tradizionali. “Con la nostra tecnologia, stiamo rendendo finalmente possibile la produzione di materiali avanzati derivati dal carbonio su scala industriale, superando le limitazioni del passato”, racconta Gabriele Benedetto, ex amministratore delegato di Telepass e oggi alla guida di Esa NanoTech. “Crediamo che il grafene non sia solo il materiale del futuro, ma il cuore di una rivoluzione industriale che, dopo anni di promesse, sta per concretizzarsi”. L’investimento in Esa NanoTech è il più significativo nella storia di Lmdv Capital: oltre 10 milioni di euro già investiti, con ulteriori risorse stanziate che superano il doppio di questa cifra.

La strategia non è competere sulla vendita del grafene come materiale grezzo e sciolto, come polvere, fogli o sospensioni. L’obiettivo è puntare sulle applicazioni ad alto valore aggiunto: materiale già pronto ed ingegnerizzato per poter essere integrato nei processi produttivi delle aziende. Qui il materiale può davvero cambiare le regole del gioco. “Non vogliamo trasformare il grafene in una commodity, ma entrare nel mondo delle applicazioni, dove può rivoluzionare oggetti e strumenti, abilitando nuovi usi”, spiega Benedetto.

Un piano industriale, tre direttrici

Il piano industriale di Esa NanoTech si articola su tre direttrici strategiche. La prima riguarda i sistemi di riscaldamento radiante basati sul grafene, che promettono di generare calore in modo estremamente efficiente, con consumi energetici minimi e massima resa. In questo ambito l’obiettivo è arrivare a un milione di euro di ricavi entro la fine dell’anno, partendo dal mondo industriale per arrivare successivamente all’ambito residenziale. La seconda direttrice è quella degli accumulatori e delle batterie, dove la tecnologia sviluppata dall’azienda punta a risultati molto ambiziosi: si prevede infatti di decuplicare la capacità di assorbimento a parità di dimensioni o, in alternativa, miniaturizzare drasticamente i dispositivi.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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