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Esame di maturità, quali sono le novità del 2026

by | Ott 30, 2025 | Tecnologia


Sarà inoltre più snello il passaggio di indirizzo degli studenti nel primo biennio che non saranno tenuti a sostenere l’esame integrativo e potranno beneficiare di interventi mirati di sostegno. L’esame integrativo resta invece per gli alunni del triennio. Le prove si svolgeranno in un’unica sessione concentrata, prima dell’avvio delle attività didattiche dell’anno scolastico successivo, semplificando le attuali procedure che prevedono tempistiche più dilatate e modalità più complesse.

Quest’anno all’ordine del giorno ci sono i cambi di nome, dopo “maturità”, compare anche la dicitura “formazione scuola-lavoro”, che prende il posto della vecchia “alternanza scuola-lavoro” e del Pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). Ma in questo caso non è solo un cambio di nome simbolico: la riforma punta a garantire esperienze più sicure e più coerenti con i percorsi di studio. Le convenzioni tra scuole e imprese non potranno più includere attività ad alto rischio e viene estesa la copertura assicurativa anche al tragitto tra casa, scuola e azienda. La riforma intende così preservare il valore educativo del contatto con il mondo del lavoro, ma senza sacrificare la sicurezza e la qualità dell’esperienza formativa.

Dove trovare i risultati delle prove Invalsi

Dal 2026 cambierà anche la collocazione dei risultati delle prove Invalsi, i test nazionali di italiano, matematica e inglese che servono a misurare le competenze degli studenti e a valutare l’andamento del sistema scolastico. I risultati non compariranno più subito dopo le prove, ma saranno riportati solo alla fine della maturità, all’interno del curriculum dello studente, cioè il documento che raccoglie voti, attività svolte e competenze acquisite negli anni delle superiori. Saranno indicati in forma descrittiva, con valore orientativo e non come voto, seguendo l’approccio già adottato in diversi paesi che distinguono tra test utili a capire il percorso di apprendimento rispetto alle vere e proprie prove di valutazione finale.

Le ragioni della riforma

Secondo il ministero dell’Istruzione, la riforma della Maturità 2026 rappresenta “una svolta necessaria per restituire senso e credibilità all’esame”. Dopo anni di sperimentazioni, modifiche e contestazioni, l’obiettivo è riaffermare i principi del merito, dell’impegno e della responsabilità personale. Si vuole dare agli studenti la percezione che la scuola non sia soltanto un luogo di valutazione, ma uno spazio di crescita, dove la condotta, la partecipazione e la consapevolezza civica contano quanto la preparazione accademica.

Gli alunni dovranno prepararsi a un colloquio più articolato, che metterà alla prova le loro competenze trasversali, e curare con attenzione il comportamento e la partecipazione durante l’anno. La riforma, in definitiva, segna un ritorno all’essenza stessa del termine “maturità”: non solo un esame, ma un momento di consapevolezza e di passaggio verso l’età adulta.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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