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venerdì, Mar 03

Europa, per le materie prime critiche dipende all’80% dall’import



Da Wired.it :

In Europa la norma prevede il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Per raggiungere tale obiettivo, avranno un ruolo strategico le cosiddette materie prime critiche. Si tratta, come riporta il sito del ministero delle Imprese e del made in Italy, di “quei materiali di strategica importanza economica per l’Europa e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura”.

Esse sono necessarie per la produzione, per esempio, di pannelli fotovoltaici, batterie e turbine eoliche. Dal litio, dal cobalto, dalla bauxite e dalle terre rare, per citarne solo alcune, non si può dunque prescindere per percorrere la strada che porterà alla piena transizione ecologica.

Come sottolinea in un brief Cassa depositi e prestiti, però, per approvvigionarsi oggi di tali materie prime, i paesi membri dell’Unione europea dipendono all’80% dalle importazioni. Essi hanno peraltro un ruolo molto marginale nelle catene del valore delle tecnologie che di tali minerali fanno uso. Tutto questo si traduce concretamente non soltanto nel rischio per l’Ue di non essere protagonista nelle filiere strategiche per le transizioni ecologica e digitale, ma anche di compromettere la propria capacità di centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, inclusivo e duraturo che sono alla base del Green deal e del Digital Compass.

Ma cosa potrebbero fare i paesi europei per migliorare le proprie prospettive rispetto all’approvvigionamento delle materie prime critiche? 

  1. Il brief di Cassa depositi e prestiti
  2. Le prospettive
  3. Le mosse di Europa e Italia
  4. L’economia circolare
  5. Non solo riciclo

Il brief di Cassa depositi e prestiti

Il documento redatto da Cdp ha provato a rispondere proprio a questa domanda, sottolineando quanto sia cresciuta e continuerà a crescere l’importanza che tali minerali avranno in relazione a tante tecnologie strategiche nei settori delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica, della difesa e dell’aerospazio.

Esso definisce inoltre le aree in cui l’Europa e l’Italia potrebbero intervenire per raggiungere l’obiettivo indispensabile di rendersi strategicamente autonomi in vista delle transizioni ecologica e digitale.

Le prospettive

Proseguendo, come è intenzionata a fare, sulla strada che porterà alla neutralità climatica, l’Unione europea vedrà aumentare al 2050 – secondo le stime di Cdp – di 56 volte rispetto ai livelli attuali la propria domanda di litio. Dovrebbe aumentare di 15 volte quella di cobalto, mentre si potrebbe decuplicare quella per le terre rare



[Fonte Wired.it]