Martedì 20 maggio la Commissione Libe del Parlamento europeo, seppur apportando alcune modifiche, ha votato a favore del controverso regolamento di riforma del mandato di Europol, proposto dalla Commissione europea nel novembre 2023. Con 56 i voti a favore, 10 contrari e 3 astenuti, la riforma mira ad ampliare le capacità operative della principale agenzia di polizia europea nel contrasto al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani. La proposta ha scatenato una vasta mobilitazione della società civile, che chiedeva il rigetto completo del testo, definendolo “illegittimo, insicuro e infondato”.
Cosa prevede la riforma
Il regolamento proposto vuole rafforzare Europol nel contrasto al cosiddetto “migrant smuggling” (traffico di migranti), ma sarebbe poi esteso a qualsiasi reato di competenza dell’agenzia. Un cambio di passo che creerebbe un Centro europeo contro il traffico di migranti (ECAMS) presso Europol, in cui lavoreranno un rappresentante per ogni stato membro e rappresentanti permanenti di Eurojust (agenzia per la cooperazione giudiziaria penale) e Frontex. Europol avrà una maggiore possibilità di raccolta e analisi di dati, inclusi quelli biometrici (volto, impronte digitali, ad esempio); di creare task force operative comuni tra Stati membri e agenzie UE come appunto Frontex e Eurojust; di ampliare le collaborazioni operative con paesi terzi, anche non democratici. Inoltre, la riforma prevede un aumento significativo delle risorse finanziarie e umane di Europol. Si parla di una cifra aggiuntiva di 50 milioni di euro per il periodo 2025-2027 e di 50 membri del personale in più.
Seguendo quella che ormai è una pratica consolidata nelle politiche europee sulla migrazione, la proposta di riforma legittima le attività di raccolta e trattamento dei dati biometrici e lo scambio di dati con paesi terzi, eludendo le norme sulla protezione dei dati europee. Un passo avanti verso quel sistema a due corsie in cui da una parte ci sono i cittadini europei, tutelati da regolamenti per la protezione dei dati personali e sull’intelligenza artificiale, e dall’altra le persone migranti. La proposta prevede inoltre nuovi obblighi per gli Stati membri, tra cui quello di designare specifiche forze o unità di polizia come “servizi specializzati” per la gestione del traffico di migranti, e per le agenzie nazionali di fornire informazioni alle banche dati di Europol in continua crescita. Secondo la Commissione, l’obiettivo è “disarticolare le reti criminali” e “salvare vite umane“. Ma la collaborazione tra Europol e Frontex ha sollevato preoccupazioni in passato, in particolare riguardo alla protezione dei dati personali e ai rischi di violazioni dei diritti umani.
Le critiche sollevate
Diversi Stati membri, tra cui Germania e Finlandia, hanno espresso forti riserve sul testo già nel 2023, considerando la proposta non rispettosa dei principi di necessità e proporzionalità, lamentando l’assenza di una valutazione d’impatto completa, e la vaghezza delle misure proposte.
La delegazione tedesca ha espresso “dubbi sulla necessità giuridica delle modifiche proposte al regolamento Europol” per raggiungere l’obiettivo dichiarato, “soprattutto perché il mandato di Europol è stato rafforzato solo di recente (nel 2022, ndr). La necessità e la proporzionalità delle proposte richiedono un esame molto approfondito“. Similmente, anche la delegazione polacca afferma che le autorità del paese nutrivano “dubbi sui piani di revisione del regolamento Europol perché non è ancora stata effettuata una valutazione dell’efficacia delle attività di Europol dopo il rafforzamento del suo mandato in virtù dell’ultima modifica del regolamento“, entrata in vigore nell’estate del 2022. La delegazione finlandese ha osservato come la mancanza di una valutazione d’impatto significasse che gli “esperti sono stati piuttosto cauti su come e in che misura la Carta dei diritti fondamentali dell’UE sia stata adeguatamente presa in considerazione in tutti gli aspetti pertinenti“. Anche Portogallo e Svezia si sono espresse in merito, sottolineando come una buona governance richiederebbe una valutazione adeguata anche in situazioni di alta pressione politica.