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mercoledì, Apr 19

facciamo il punto sullo sciame sismico | Wired Italia



Da Wired.it :

Solo negli ultimi sette giorni sono state registrate 66 scosse presso i Campi Flegrei – l’ampia area vulcanica situata a ovest di Napoli – tutte comunque di lieve intensità. A riportarlo è l’ultimo bollettino bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv). L’area, lo ricordiamo, comprende i comuni di Bacoli, Pozzuoli, Monte di Procida, Giugliano in Campania, Quarto e parte della città di Napoli.

Che cosa sta succedendo

Già da diversi mesi si stanno registrando scosse sismiche in quest’area, dovute alla costante deformazione che il suolo sta subendo. Infatti, i Campi Flegrei sono una cosiddetta caldera, ovvero una depressione del suolo provocata dal collasso del tetto del serbatoio magmatico di un vulcano. Lo sprofondamento è a sua volta dovuto al rapido svuotamento del serbatoio stesso, che si verifica a seguito di potenti eruzioni. Nel caso dei Campi Flegrei, Ingv menziona due grandi eruzioni del passato che hanno probabilmente dato il via al fenomeno: l’Ignimbrite Campana (40mila anni fa) e il Tufo Giallo Napoletano (15mila anni fa).

La caldera dei Campi Flegrei, dicevamo, è soggetta a una lenta e costante deformazione del suolo, fenomeno noto come “bradisismo”. Ed è appunto questa instabilità a dare origine allo sciame sismico in atto: “Si tratta per lo più di eventi di lieve entità – spiega Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio, come riportato dall’Ansacome quelli documentati la scorsa notte che hanno avuto una magnitudo massima di 2.0. Nonostante ciò, questi terremoti vengono avvertiti più spesso dalla popolazione, perché sono superficiali e interessano aree più periferiche che prima erano meno colpite, come il golfo di Pozzuoli e la costa di Bagnoli”.

Da gennaio di quest’anno, riporta ancora il bollettino Ingv, è ripreso il trend di sollevamento del suolo al ritmo di circa 15 millimetri al mese, pari ai valori registrati a novembre 2022 e che avevano invece subito un rallentamento nel mese di dicembre. Globalmente, dal 2011 a oggi si è registrato un sollevamento di circa 101 centimetri.

Gli eventi del passato e l’attuale livello di allerta

Negli anni 70 e 80, quest’area è stata interessata da importanti crisi bradisismiche che colpirono in particolare l’abitato di Pozzuoli, dove il suolo subì un sollevamento massimo di oltre tre metri: “alloracontinua Di Vito – la velocità di sollevamento del suolo era 5-10 volte superiore a quella attuale. Anche i terremoti erano molto più frequenti: in un giorno se ne verificavano quanti ne registriamo adesso in un mese”. L’importante, conclude l’esperto, è continuare a monitorare la situazione in quest’area, per la quale il livello di allerta rimane giallo.



[Fonte Wired.it]