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martedì, Nov 12

Facebook, i consumatori hanno perso fiducia


La classifica dei marchi più amati stilata da Interbrand registra un calo annuale di sei posizioni per Facebook. Segno che gli scandali pesano sull’immagine del social network

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg (Photo by Arun Sharma/Hindustan Times via Getty Images)

A chi non è capitato, durante un viaggio in un luogo sperduto, di trovare l’insegna di uno snack o di una bibita nota nel posto più impensabile? I brand ci accompagnano: iconici, famigliari, riconoscibili, ci circondano fin dall’infanzia, consacrano prodotti, creano aspirazioni, talvolta certificano successi. Sono in grado di ricreare ambienti familiari, ovunque.

Il background emotivo che suscitano ha anche un impatto economico. I brand sono veicolo di valore per chi li produce. Hanno un impatto quantificabile e misurabile che Interbrand, azienda di consulenza di branding del gruppo Omnicom, certifica da venti anni con la sua classifica Best Global Brands, che valuta in termini economici i marchi.

Il podio

La top 3 del 2019 si riconferma, granitica: troneggia ancora Apple, poi Google, terzo posto per Amazon. Nessun cambiamento rispetto all’anno scorso, sono loro i più noti ai quattro angoli del globo. Il primo ha un valore economico di 234,241 miliardi di dollari, 167,713 miliardi il secondo e 125,263 miliardi il terzo. Apple e Google mantengono la posizione di vertice per il settimo anno consecutivo con un trend di crescita inossidabile, rispettivamente + 9% e + 8%.

Facebook down

La vera novità nella top10 ( i marchi certificati sono 100 in tutto) è l’uscita di scena di Facebook. Entrato nel 2012 al 69esimo posto, ha raggiunto il valore massimo nel 2017 con 48,188 miliardi e l’ottava posizione, e ora è scivolato alla 14esima posizione.

Oltre ad Apple, Google e Amazon, nella top10 si classificano: Microsoft al numero 4 (108,847 miliardi di dollari), Coca-Cola al quinto posto con 63,365 miliardi, Samsung in posizione 6 con 61,098 miliardi, Toyota, settima con 56,246 miliardi, Mercedes-Benz, ottava con 50,832 miliardi. Chiudono McDonald’s con 45,362 miliardi e Disney con 44,352 miliardi.

Le new entry sono Uber e LinkedIn. Uber si posiziona in 87esima posizione con 5,714 miliardi di dollari e LinkedIn al numero 98 con 4,836 miliardi.

C’è una ricetta per crescere?

L’era posizionamento è finita. In un mondo in cui le aspettative dei clienti continueranno a crescere a una velocità superiore a quella delle aziende, il tradizionale concetto di posizionamento non sarà più sufficiente”, spiega Charles Trevail, global chief executive officer di Interbrand. “Sarà necessario fare mosse coraggiose, in grado di cambiare il contesto competitivo catturando l’immaginazione delle persone: quelle che in Interbrand definiamo “Iconic Moves”. È attraverso queste mosse che i brand saranno in grado di anticipare le aspettative dei clienti e conseguire straordinari risultati di business”.

L’Italia

Gucci, Ferrari e Prada rappresentano la penisola. La strategia di Gucci di continuare a innovare la propria offerta, espandendosi in nuove categorie di prodotti e rinnovando il proprio stile si è confermata vincente. La maison è al 33° posto e vale 15,949 miliardi di dollari, per una crescita del 23% rispetto all’anno scorso. Ferrari cresce del 12% raggiungendo un valore di 6,458 miliardi e la posizione 77. Prada si posiziona in centesima posizione, con un valore di 4,781 miliardi.

Comparti

Il lusso è il settore che registra la più alta crescita rispetto all’anno precedente (11%), passando da un valore aggregato complessivo del comparto di 105,783 nel 2018 a 117,785 miliardi di dollari. Il valore totale aggregato dei brand top100 ammonta a 2.130,929 miliardi, con un incremento del 5,7% rispetto al 2018, anno in cui il valore era di 2.015,312 miliardi.

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